Agroalimentare di qualità, i giovani tornano a coltivare Quinoa, Amaranto e cereali minori

Una nuova frontiera agronomica interessa i giovani di Coldiretti: sono i cereali minori ovvero quelle varietà come la quinoa, l’amaranto o i chicchi di grano antichi tipo il Senatore Cappelli che incontrano il favore dei consumatori, confermando la biodiversità italiana oltre che una terra fertile e accogliente.

Il tema è stato al centro di un work shop organizzato a Mestre nell’ambito del progetto Genius Loci promosso dalla Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina per la promozione dell’agroalimentare di qualità. L’incontro aperto dai saluti istituzionali di Pietro Piccioni direttore di Coldiretti Veneto, ha introdotto i numerosi presenti ad un approccio di filiera: “Quelle che sembrano produzioni di nicchia, possono evolversi, grazie anche all’ottenimento dell’etichettatura di origine sulla pasta, fortemente sostenuto da Coldiretti, oltreché dall’azione svolta contro il CETA, trattato internazionale che prevede l’ingresso nel nostro Paese di una quantità enorme di frumento. Il pericolo per la cerealicoltura nostrana e tutto il Made in Italy non è ancora scampato nonostante la presa di posizione di oltre tremila comuni di cui più di trecento in Veneto”.

I neo imprenditori hanno manifestato una certa curiosità verso il comparto, frutto anche delle nuove tendenze alimentari e di una ricerca spinta verso le sementi autoctone, inoltre, le variazioni climatiche impongono una riflessione sul potenziale alternativo di alcune colture meno esigenti dal punto di vista idrico. Ad incoraggiare questa scelta i contributi tecnici dei relatori: il professor Paolo Casini dell’Università di Firenze che dal 1999 ha sperimentato l’introduzione dei pseudo cereali in Italia evitando cosi le importazioni dall’America Latina e dai Paesi dell’Est: particolare rilevante visto che proprio il Bel Paese è il secondo mercato al mondo per la domanda. Alcuni suggerimenti per la coltivazione sono stati spiegati dal docente Giuliano Mosca del DAFNAE dipartimento specializzato dell’Ateneo di Padova che ha già verificato i risultati del trattamento delle piante con azoto organico che garantisce un notevole apporto proteico. Veneto Agricoltura rappresentata dal dr. Maurizio Arduin ha presentato il progetto Bionet, finalizzato a coordinare tutti coloro che fanno conservazione, tutela e ricerca. “Puntiamo a valorizzare una parte, costituita da 23 varietà storiche presenti nella banca del germoplasma conservata dall’Istituto Strampelli di Lonigo, in collaborazione con le scuole agrarie”. Chiamato in causa il prof. Maurizio Bressan del centro vicentino ha sottolineato il tesoretto conservato quale patrimonio genetico delle varietà storiche locali, un’ attività, tra l’altro, sostenuta da una legge ad hoc. All’incontro non potevano mancare i trasformatori: Pierantonio Sgambaro del pastificio omonimo, che ha parlato del grande lavoro fatto nel caso del Senatore Cappelli in collaborazione con Sis (Società Italiana Sementi) . La pasta più buona, profumata, digeribile e stata accolta con un ampio consenso di pubblico ed è già in distribuzione nei supermercati e negli scaffali dei grandi gruppi commerciali. All’incontro è intervenuto anche uno dei titolari del Molino Rachello di Roncade (TV) che sta effettuando iniziative conoscitive, con aperture aziendali anche nel fine settimana, per far conoscere le diverse farine, puntando alla crescente valorizzazione del kmzero. Il Dott. Calogero Mirabile, Ispettore ICQRF NordEst con sede a Susegana (TV) ha concluso ricordando gli obblighi burocratici e le norme da rispettare per operare nella trasparenza e legalità.

L’importanza di questa giornata – ha commentato Alex Vantini, Delegato Veneto dei Giovani di Coldiretti –  sta nel confronto voluto dagli agricoltori under 30 di Coldiretti con la parte scientifica e tutti gli attori coinvolti. Trovando appezzamenti è fattibile introdurre queste realtà produttive che risolvono anche l’insorgenza di problemi di intolleranza al glutine, disturbo sempre più diffuso tra la popolazione. In questo senso proprio in centro a Verona c’è una disponibilità di campi da poter attrezzare – ha ricordato Vantini che ha dichiarato ufficialmente che i coltivatori di nuova generazione sono pronti con i propri fondi o con i terreni messi a disposizione dalle amministrazioni comunali (Banca della Terra) a cogliere questa sfida nell’intento di soddisfare la richiesta dei cittadini di aree verdi e di cibo sano e buono”.

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