Emergenza smog. Guarda (AMP): “Per il Veneto nuovamente dati drammatici. Le linee guida della Regione che fine hanno fatto?”

L’Arpav lancia l’allarme-smog in Veneto e i Comuni si stanno attrezzando per contrastare l’inquinamento. Le limitazioni vanno dal blocco del traffico alle riduzioni sul riscaldamento. Ognuno si sta muovendo per affrontare un’emergenza considerata molto più critica rispetto ad un anno fa. I dati relativi alle polveri sottoli PM10 elaborati dall’Arpav, agenzia regionale che si occupa di monitorare la qualità dell’aria, indicano che il valore limite giornaliero (50 microgrammi a metrocubo) è stato superato per almeno 35 giorni in tutti i capoluoghi del Veneto con l’unica eccezione di Belluno.

 

Anche Legambiente denuncia gravi situazioni in termini di smog e dichiara:  “Basta procrastinare la messa al bando dei diesel euro3 o continueremo a pagare le infrazione comunitarie per la pessima qualità dell’aria”

 

Dai risultati del report di Legambiente sul PM10 emerge ancora una volta una situazione drammatica per il Veneto. Ma al di là dei dati sul superamento dei limiti di accettabilità ciò che lascia allibiti è la costante assenza di interventi tempestivi ed efficaci da parte della Regione”.

 A dirlo la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP).

 Legambiente denuncia in particolare proprio il Veneto che, accanto al Piemonte, avrebbe dovuto adottare misure ad hoc attraverso le delibere stagionali –prosegue Cristina Guarda-, anche alla luce del piano antismog, firmato dal ministero dell’ambiente con Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto a fine giugno. E invece ci ritroviamo con linee guida di contrasto all’inquinamento da PM10 che dovevano essere rinnovate già a partire da fine marzo e che evidentemente sono rimaste nel cassetto, lasciando così i sindaci senza indicazioni”.

Secondo Guarda “il fenomeno dello smog nelle nostre città sia ormai epocale e cronico. E malgrado il numero di morti in Italia per inquinamento superi ormai costantemente quota 90 mila, con un contributo pesantissimo proveniente dalla pianura Padana, il governo veneto continua a rimanere immobile. Zaia e i suoi mettono solo rattoppi momentanei ma non si assumono mai la responsabilità di intervenire con azioni di contrasto all’inquinamento massicce e costanti nel tempo”.

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