Biennale d’arte di Asolo, lo scrittore Stefano Zecchi presenta il suo ultimo libro

Sraà presentato venerdì 13 maggio l’ultimo lavoro letterario prodotto da Stefano Zecchi dal titolo affascinante “La bellezza moderna”, che spiega quanto il lusso, non solo faccia parte di ognuno di noi, ma addirittura sia in continua ascesa nonostante il periodo buio dei mercati mondiali.

È possibile in piena crisi economica parlare ancora di lusso? Secondo Stefano Zecchi, sì; se con lusso si intende la naturale aspirazione di ogni essere umano al bello, e quel desiderio di migliorare la propria esistenza, la più noiosa routine.  Il filosofo e scrittore sarà ospite del primo evento collaterale della quarta edizione del Premio Internazionale Biennale d’Arte di Asolo, venerdì 13 maggio al Teatro Eleonora Duse di Asolo (inizio ore 21, ingresso libero), nell’incontro intitolato “La bellezza moderna”.

Nella società moderna, devota alla funzionalità e al comfort, il lusso è spesso scambiato con l’oggetto utile e costoso, che suscita ammirazione, invidia e seduce. Mentre il vero lusso sfugge a ogni calcolo monetario, è piuttosto un’esperienza di vita, un valore dello spirito (come il bene, il bello, il vero) non monetizzabile. Zecchi ci mostra come il lusso, mettendoci di fronte al significato della bellezza, richieda cultura e sensibilità estetica.

Stefano Zecchi insegna Estetica all’Università Statale di Milano. Romanziere, saggista ed editorialista, tra i suoi libri ricordiamo: Estasi (1993), Sensualità (1995, premio Bancarella 1996), L’incantesimo (1997), Fedeltà (2001) e i saggi Sillabario del nuovo millennio (1993), Il brutto e il bello (1995), L’artista armato (1998) e Capire l’arte (1999), Amata per caso (2003), L’uomo è ciò che guarda (2005), Le promesse della bellezza (2006), Il figlio giusto (2007), Quando ci batteva forte il cuore (2010) e Rose bianche a Fiume (2014). Ha appena pubblicato per Mondadori “Il lusso. Eterno desiderio di voluttà e bellezza”.

Si ricorda che dal venerdì alla domenica, e fino al 12 giugno, sono visitabili al Convento dei SS. Pietro e Paolo le esposizione delle opere finaliste del Premio, oltre alle mostre: Hermann Nitsch, (Premio alla carriera 2016), “Terre antiche, territori mobili: l’esperienza dell’arte veneta”, a cura di Lorena Gava,  con opere di Livio Ceschin, Stefano Cescon, Graziella Da Gioz, Giancarlo Dell’Antonia, Ferruccio Gard, Michelangelo Penso, Pierluigi Slis, Ampelio Zappalorto; Unika, artisti della Val Gardena; al Museo Civico la mostra “RabarAMAsolo” e alla Galleria Browning Photoblurrygraph del fotografo Enrico Nicolò.

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