Manovra 2018, Apindustria chiede più coraggio: «Sostegno alle imprese per accelerare la ripresa»

Apindustria Confimi Vicenza lancia un appello al Governo per dare un’accelerata alla ripresa economica attraverso interventi a favore delle imprese manifatturiere, già con la prossima manovra economica oggi in discussione. Il mondo produttivo chiede all’esecutivo uno sussulto di coraggio in questa parte finale di legislatura, nonostante la stretta di Bruxelles sul rispetto degli equilibri di bilancio.

In generale – evidenzia il Presidente Flavio Lorenzin – un intervento maggiore sulle politiche fiscali del lavoro, specie sul cuneo fiscale e contributivo, e sulla riduzione del costo energetico, sarebbero necessari e vitali per il nostro comparto, al fine di rendere strutturale la ripresa. Così come è necessario lo stralcio della riduzione dell’aliquota di detrazione al 50%, con la conferma dell’attuale aliquota del 65% per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficienza energetica negli edifici ecobonus”.

Il Presidente rimarca il fatto che la risalita degli ultimi mesi è avvenuta anche, e soprattutto, grazie al grande cuore degli imprenditori che in questo ultimo decennio hanno dimostrato la capacità di stare in piedi e di sostenere con la loro attività il territorio in cui vivono: “Bisogna una volta per tutte prendere coscienza che l’Italia è fatta da questo tessuto imprenditoriale composto da 4,3 milioni di imprese manifatturiere da 1 a 249 dipendenti che danno lavoro a 16,5 milioni di persone e che producono il 73,8% del PIL: non esistono ora altri modelli vincenti“.

In effetti i capitali esteri, soprattutto quelli della finanza, vengono e vanno. L’imprenditore locale, invece, è radicato nel territorio e la politica fiscale dovrebbe quantomeno finire di metterlo di fronte a nuovi ostacoli da superare per la crescita della sua attività.

Oltre ad essere penalizzati dalle continue modifiche normative e dai pesantissimi carichi fiscali sul lavoro e sul costo dell’energia – sottolinea il Presidente – non siamo di certo aiutati dal recepimento di normative europee tarate su dimensioni di grandi imprese o di multinazionali come la chiusura del credito operata da parte delle banche a causa di misure calate dall’alto, in base alle quali non si presta denaro se non a chi è già in una situazione di piena solidità”.

In particolare, le nuove norme più stringenti della Bce sulla gestione dei crediti inesigibili, per ora in fase di consultazione, se approvate costituirebbero una definitiva chiusura del credito da parte delle banche alle imprese manifatturiere. “Le nostre aziende non hanno accesso alla borsa – conclude Lorenzin – e possono ancora contare sul sistema bancario come unico strumento per finanziarsi. Questo però non deve essere ostacolato o rimesso in discussione, proprio in un momento di ripresa cruciale per il nostro futuro”.

Per questo Apindustria Confimi Vicenza rinnova il proprio monito: mettere l’impresa al centro delle politiche per il rilancio.

 

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