Acqua inquinata ad Arcugnano, interessate anche 17 utenze del Comune di Vicenza

Anche 15 famiglie e due esercizi pubblici del Comune di Vicenza sono coinvolti nell’inquinamento dell’acqua potabile che sta interessando un migliaio di utenze del Comune di Arcugnano, nelle frazioni di Torri di Arcugnano e Fontega.

Per questo motivo, al pari di Arcugnano, anche Vicenza ha emesso un’ordinanza contingibile e urgente rivolta alla quarantina di cittadini corrispondenti alle utenze coinvolte, tutte concentrate in otto fabbricati di strada del Tormeno e strada di Bisortole.

Tutti gli interessati sono già stati avvisati da Acque Vicentine, gestore del servizio, che ha dato istruzioni circa l’uso alimentare e domestico dell’acqua del rubinetto, raccomandandone la bollitura per almeno 5 minuti.

Come noto, a seguito delle segnalazioni per acqua maleodorante, nei giorni scorsi Acque Vicentine ha prelevato dei campioni in zona Fontega e Torri di Arcugnano, la cui tubazione alimenta anche otto fabbricati che ricadono nel territorio comunale di Vicenza.

L’esito delle analisi non è stato favorevole sotto l’aspetto microbiologico così come non sono stati per ora sufficienti a far rientrare l’emergenza i numerosi lavaggi delle condotte eseguiti dal gestore.

Per questo è necessario che le famiglie e gli esercizi pubblici coinvolti nell’inquinamento si attengano a quanto indicato nell’ordinanza del sindaco, fino alla sua revoca, ovvero al divieto di utilizzare l’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico a scopo potabile, per la produzione di alimenti e per gli usi domestici, se non previa bollitura per almeno 5 minuti. Gli interessati sono inoltre invitati ad agevolare il ricambio dell’acqua della rete, facendola defluire dai rubinetti.

Le attività di disinfezione stanno proseguendo anche in queste ore e per questo motivo i cittadini interessati potranno avvertire un leggero odore di cloro aprendo il rubinetto.

Sarà l’autorità sanitaria locale ad effettuare i controlli finali e a certificare al momento opportuno il ripristino della potabilità dell’acqua, proponendo al sindaco di revocare l’ordinanza.

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