Cave, dopo 36 anni arriva in Veneto la nuova legge che disciplina il settore

Via libera in seconda commissione alla nuova Legge Regionale che disciplina l’attività di Cava. Un testo che arriva a distanza di 36 anni dalla precedente Legge.

Prima della votazione finale, è stato approvato a maggioranza un nuovo articolo, che attribuisce alle Provincie che ne facciano richiesta la possibilità di esercitare funzioni autorizzative, previo confronto e intesa con la Regione.

La Seconda Commissione, inoltre, ha esaminato e approvato, sempre a maggioranza, il Disegno di Deliberazione Amministrativa della Giunta relativo al Piano Regionale delle Attività di Cava (PRAC).

Ora il testo licenziato approderà all’esame dell’aula consiliare, nelle sedute calendarizzate nelle giornate di martedì 13 e mercoledì 14 marzo 2018. Nominato come relatore, per la maggioranza, Francesco Calzavara, mentre correlatore, per la minoranza, sarà Andrea Zanoni.

A margine dei lavori, questo il commento del Presidente della Seconda Commissione, Francesco Calzavara (ZP) “Una nuova Legge che, a distanza di 36 anni dall’ultima, disciplina l’Attività di Cava e per la prima volta, in Regione Veneto, un Piano per le attività estrattive che detta regole, criteri e condizioni per la crescita di questo settore. Una normativa e un Piano che hanno tra le priorità il rispetto e la tutela per tutte le tematiche ambientali e, in particolar modo, per il contenimento del consumo del suolo, da perseguire anche attraverso il massimo sfruttamento delle cavi esistenti”.

“La nuova Legge – prosegue il Presidente della Seconda Commissione –  tutela anche le esigenze degli operatori del settore, un ambito importante dal punto di vista occupazionale che, proprio grazie a questa normativa, avrà la possibilità di pianificare i futuri anni della propria attività. Si tratta di una Legge innovativa, in quanto, per la prima volta, trae origine dagli effettivi fabbisogni e non da un facile accaparramento dei volumi”.

“Quanto alla ghiaia – conclude Francesco Calzavara – il volume concedibile è stato fissato in 5 milioni di mc per la provincia di Verona, 4,5 mc per la provincia di Vicenza e 0 mc per quella di Treviso, tenendo conto delle autorizzazioni precedenti ma, soprattutto, delle future necessità del territorio”.

Così il Vicepresidente Andrea Zanoni (PD) “Dopo 36 anni di attesa, anche in Veneto, finalmente, c’è un Piano Cave che mai era stato approvato e che aveva provocato molte storture. Abbiamo infatti visto, nel frattempo, un territorio massacrato e scavato in modo disordinato. Quindi, ben venga la nuova pianificazione regionale in materia di attività estrattive, anche se non nascondo che vi siano delle criticità che noi, come Partito Democratico, abbiamo denunciato e per le quali abbiamo votato contro, sia sulla Legge che sul PRAC”.

“Quanto alle sanzioni – prosegue il Vicepresidente della Commissione Ambiente – in alcuni casi sono diminuite, addirittura di 6 volte, rispetto a quanto prevede l’attuale normativa, e questo non è un aspetto positivo. Viene, inoltre, cancellata la possibilità di veto da parte delle province, una facoltà che non viene trasferita ai comuni, dando così vita a un accentramento autorizzativo in capo alla Regione decisamente non opportuno”.

“Sono state altresì inserite – spiega l’esponente dei Democratici –  altre piccole norme tecniche, a mio avviso peggiorative, in quanto vengono diminuite le distanze tra le cave e i centri commerciali, le zone residenziali e, addirittura, sono eliminate le distanze con le zone industriali”.

“Un’altra negatività, a mio avviso – evidenzia Zanoni – è rappresentata dal fatto che si doveva puntare di più sull’utilizzo di materiale di recupero, magari prevedendone l’obbligo d’uso in misura del 30% per le opere pubbliche, per risparmiare il consumo di risorse esauribili.

“Rappresenta invece un aspetto positivo – sottolinea il consigliere regionale – l’eliminazione della deroga per quanto riguarda la previsione di 0 mc scavabili in provincia di Treviso, dato che nella Marca abbiamo già 60 milioni di metri cubi di riserva autorizzati in passato ancora da estrarre, e quindi era giusto mantenere questo 0 senza deroghe”.

“Danni ne sono stati fatti tanti in questi ultimi anni – chiosa Andrea Zanoni – quindi spero che d’ora in poi vengano almeno limitati”.

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