Ticket, spesa di 50 euro pro-capite con rilevanti differenze regionali

La compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini, introdotta come moderatore dei consumi, si è progressivamente trasformata in un consistente capitolo di entrate per le Regioni, in un periodo storico caratterizzato dal definanziamento pubblico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Infatti, tutte le Regioni hanno introdotto sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria, con un
livello di autonomia tale da generare una vera e propria “giungla dei ticket”, visto che le differenze regionali riguardano sia le prestazioni su cui vengono applicati (farmaci, prestazioni ambulatoriali e specialistiche, pronto soccorso, etc.), sia gli importi che i cittadini sono tenuti a corrispondere, sia le regole utilizzate per definire le esenzioni1. Se le modalità di applicazione dei ticket sui farmaci vengono costantemente monitorate e aggiornate da Federfarma2, per le prestazioni specialistiche le informazioni sono disponibili solo sui siti delle singole Regioni.

Il Rapporto 2018 della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica e il Rapporto OSMED 2017 dell’AIFA – entrambi pubblicati il 12 luglio 2018 – hanno fornito i dati definitivi sulla compartecipazione alla spesa dei cittadini relativi all’anno 2017.
Il presente report analizza in dettaglio composizione e differenze regionali della compartecipazione alla spesa, che nel 2017 ha raggiunto € 2.884,6 milioni di cui: € 1.548,0 milioni per i farmaci e € 1.336,6 milioni per le prestazioni specialistiche, incluse quelle di pronto soccorso (€ 42,7 milioni5) e altre prestazioni (€ 14,5 milioni) (figura 1). Tali importi corrispondono ad una quota pro-capite di € 47,6, di cui € 25,5 per i farmaci e € 22,1 per le prestazioni specialistiche.

Secondo i dati della Corte dei Conti l’entità della compartecipazione alla spesa nel periodo 2014-2017 si è mantenuto costante: € 2.883,5 milioni nel 2014, € 2.925,3 milioni nel 2015, € 2.885,5 milioni nel 2017 e € 2.885,6 milioni nel 2017. Tuttavia, se nel 2014 la spesa per farmaci e specialistica erano sovrapponibili, negli anni successivi si è determinata una progressiva ricomposizione percentuale, conseguente alla riduzione della spesa per i ticket sulle prestazioni (-7,7%) ed al parallelo aumento di quella per i ticket sui farmaci (+7,9%). Se quest’ultimo consegue al progressivo incremento della quota differenziale per l’acquisto dei farmaci brand, preferiti agli equivalenti, la progressiva riduzione dei
ticket per le prestazioni specialistiche indica uno spostamento della domanda verso il privato, sicuramente più concorrenziale per le fasce di reddito più elevate, anche in conseguenza dell’introduzione del superticket.

Dalle analisi effettuate emergono differenze regionali relative all’importo totale della compartecipazione alla spesa che si enfatizzano analizzando separatamente l’impatto del ticket sui farmaci e quello delle prestazioni. In particolare, se il range della quota pro-capite totale per i ticket oscilla da € 97,7 in Valle d’Aosta a € 30,4 in Sardegna, per i farmaci tale quota varia da € 34,3 in Campania a € 15,6 in Friuli Venezia Giulia, mentre per le prestazioni specialistiche si passa da € 66,2 della Valle d’Aosta a € 8,6 della Sicilia.

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