Crac Popolare di Vicenza, i tanti “non so, non ricordo” di Gianni Zonin

“Purtroppo ho perso anche io dei soldi”: così l’ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin ha risposto, entrando a San Macuto per l’audizione presso la commissione di inchiesta sulle banche, a chi gli chiedeva delle perdite subite da migliaia di risparmiatori a causa del crac della banca. Zonin, accompagnato dal suo avvocato, si è detto “tranquillo”.

In vent’anni alla presidenza della Popolare di Vicenza Zonin racconta di non aver mai deciso chi assumere, di non aver mai partecipato a comitati esecutivi dell’istituto, di non aver saputo di operazioni illecite se non quando gli furono contestate. Nega, dietro domanda del senatore Augello, di aver mai preso ordini da Bankitalia per quanto riguarda il tentativo di matrimonio di Veneto Banca, spiegando: “Non abbiamo avuto pressioni da nessuno. I rapporti con le istituzioni sono sempre stati improntati alla massima trasparenza e disponibilità perché questa era la filosofia del nostro cda e della nostra banca”. Anche sull’esistenza delle “baciate”, cioè dei finanziamenti erogati in cambio dell’acquisizione di quote della stessa banca, Zonin ha dichiarato: “Io l’ho saputo il 7 maggio 2015 dal capo ispettore Bce che mi ha convocato d’urgenza a Milano”, riferendo di averne subito chiesto conto telefonicamente al direttore generale.

Comments are closed.