Autismo, numeri in continuo aumento e cause ancora sconosciute

Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2 aprile Giornata Mondiale della consapevolezza sull’autismo, perché ci sia una sensibilizzazione di tutti sull’autismo, forma di comportamento comune a tante malattie rare note ed ignote, che rappresenta attualmente un gravissimo problema a livello mondiale.

Una ricerca accuratamente condotta fra il 2000 e il 2012 negli USA dal CDC di Atlanta sui bambini che via via compivano gli otto anni dimostra che l’autismo raddoppia nel decennio, passando dal 7 al 15 per mille, pari a un bambino ogni 68.

La rilevazione del 2012 ha confermato lo stesso dato come stabile. I dati delle Regioni italiane sono scarsi e disomogenei ed oggi contano soltanto 5 bambini su 1000, ma i bambini con autismo sono molti di più: la differenza si spiega perché non vengono fatte le diagnosi, sopratutto per i casi meno gravi. La diagnosi precoce è importante perché consente di fare interventi tanto più efficaci quanto maggiore è la plasticità del cervello nei primi anni di vita.
La Linea guida n. 21 dell’Istituto Superiore di Sanità constata che, se è vero che non vi sono ancora interventi farmacologici per curare l’autismo, alcune strategie di educazione speciale mediate dai genitori e basate sull’Analisi Applicata del Comportamento possono dare buoni risultati per migliorare la qualità di vita delle persone con autismo e delle loro famiglie. Purtroppo la conoscenza di queste strategie è poco diffusa in Italia, dove molti operatori addirittura le osteggiano, con rinnovata forza negli ultimi tempi. Perciò si assiste al paradosso che le tante risorse umane messe a disposizione nella scuola italiana (insegnanti di sostegno, educatori, assistenti alla comunicazione, altri assistenti tecnici) non ottengono buoni risultati: al termine della scuola i ragazzi con autismo finiscono quasi tutti a carico delle famiglie oppure in ghetti per disabili mentali, centri diurni e poi residenziali, privi di personale esperto sull’autismo.

Ad oggi non si conoscono ancora con certezza le cause dell’autismo.  La varietà e la complessità della sintomatologia autistica ha favorito negli anni la proliferazione di una miriade di teorie diverse volte a cercare una spiegazione rispetto alle cause dell’insorgenza dell’autismo.
Alcune tra queste sono state smentite dall’intera comunità scientifica (teoria bettelheimiana, 1967) altre invece suscitano maggiori dibattiti in merito alla loro veridicità.
Molto spesso la diatriba nasce dal fatto che i vari modelli eziopatogenetici identificano aspetti che effettivamente sono deficitari e rappresentativi della sintomatologia autistica, ma non sempre possono essere identificati come fattori causali cioè responsabili della patologia autistica.
Questo chiama in causa la differenza tra causalità e correlazione. Quando parliamo di causalità facciamo riferimento a delle variabili la cui presenza comporta l’emergere della patologia o di alcuni sintomi, quando si parla di correlazione si fa riferimento a variabili che molto spesso si presentano insieme ma che non necessariamente dipendono una dall’altra.
Quello che viene messo in evidenza da questi modelli sono più che altro correlazioni di sintomi e comportamenti, per esempio molto spesso i bambini con autismo presentano difficoltà nel sonno (correlazione), ma non si potrebbe dire che dormire poco causa l’autismo (causa – effetto).

Il 2 aprile in tutto il mondo le città illuminano di blu i monumenti più rappresentativi a testimoniare la vicinanza della cittadinanza alle persone con autismo e alle loro famiglie. Anche in Italia il 2 Aprile si contano moltissime manifestazioni,come riportato nei siti: www.angsa.it oppure www.fondazione-autismo.it

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