Veneto poco accogliente? Ciambetti: “Fatti smentiscono il prefetto di Venezia”

“Trovo improprie e ingiuste le affermazioni attribuite dalla stampa al prefetto di Venezia, Carlo Boffi, secondo il quale il Veneto si è dimostrato una delle Regioni meno disponibili all’accoglienza degli immigrati”. Secca replica del Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, alle parole del prefetto di Venezia intervenuto sul caso immigrazione. “In Veneto al 31 dicembre 2016 vivevano 497.291 cittadini di origine straniera regolari pari al 10.1 per cento della popolazione residente e alla stessa data oltre a questi, stando al Ministero degli Interni, avevano trovato ospitalità 14.244 immigrati, più o meno quanti ne aveva accolti al Campania, 14.312 – ha spiegato Ciambetti – In termini numerici assoluti, il Veneto è la quarta regione italiana per numero di cittadini stranieri residenti e la quinta per immigrati accolti: in rapporto alla popolazione residente, però, l’accoglienza porta il Veneto ad essere la terza regione d’Italia per ospitalità, dopo Lombardia e Piemonte. Difficile dire che la nostra Regione è la meno disponibile all’accoglienza – continua il Presidente del Consiglio regionale – visto che qui, senza che intervenisse alcun prefetto e tutto a carico delle realtà locali, si è riusciti per anni a dare casa e servizi, dalla sanità all’istruzione, a migliaia di lavoratori stranieri e alle loro famiglie che convivono tranquillamente e onestamente con la nostra società.
Stando ai dati della Polizia di Stato dopo Lombardia ed Emilia il Veneto è la terza regione per luoghi di culto e associazioni culturali islamiche, che nell’ultimo biennio per altro sono aumentate e in alcune provincie, nel Vicentino ad esempio, più che raddoppiate. Assieme alla comunità islamica in Veneto vivono pacificamente altri importanti fedi religiose con i loro templi o luoghi di incontro, pensiamo ai Sikh, ai Ravidassia, Indù, Baha’i per non parlare della comunità buddista. A queste vanno aggiunte le chiese di ispirazione cristiana, le comunità ebraiche e vedremo come il Veneto è ancora oggi, e bene al di là delle chiacchere prefettizie e degli stereotipi dei radical chic, un luogo straordinario di tolleranza e convivenza. Ciò che non tolleriamo, invece, è la prepotenza di uno stato che non rispetta gli impegni presi, che stabilisce ‘motu proprio’, d’imperio, ciò che noi dobbiamo fare e che, mutevolmente, fa arrivare qui e disperde nel territorio immigrati dei quali non sappiamo poco e nulla e molti dei quali si danno alla macchia nel volgere di poche settimane. Ciò che non tolleriamo –  ha concluso Ciambetti – è l’incredibile impennata nei reati e nella delinquenza  straniera, il degrado di intere aree cittadine, la diffusa insicurezza che spetterebbe allo stato contrastare. Ciò che indigna è l’incapacità di gestire un fenomeno che non è per nulla una emergenza e attorno al quale si è creato un business immorale e indecente, che nessuno, tantomeno le prefetture, controlla”.

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