Salute mentale, il Veneto investe meno della media nazionale

“La Giunta regionale risponda all’allarme lanciato dalle associazioni professionali e scientifiche della Sanità, le sigle sindacali, gli Ordini professionali e le associazioni di familiari e utenti: la salute mentale non può essere azzerata dalla riorganizzazione della Sanità veneta stabilita dalle nuove linee guida. Una situazione che sicuramente pesa sul declassamento della Sanità veneta da parte del ministero, tema sul quale mi aspetto venga convocato al più presto un consiglio regionale straordinario”.

A lanciare l’allarme è il consigliere regionale Piero Ruzzante (Articolo UNO – Mdp). “La Giunta deve incontrare quanto prima le associazioni e le organizzazioni sindacali per trovare una soluzione condivisa, che tuteli la salute pubblica. Perché proprio di questo si tratta: con la riorganizzazione prevista dalle Linee guida viene leso il diritto di ogni cittadino a ricevere cure adeguate, diritto sancito anche dalla Costituzione. Questo perché a fronte di una crescita continua della domanda di intervento per problemi di salute mentale, sia da parte degli adulti che dei minori (55.000 in Veneto), la Giunta Zaia risponde con un taglio dei servizi. Una scure che si abbatte sul Veneto, regione già fanalino di coda rispetto al resto d’Italia con investimenti in salute mentale pari al 2,91% dell’intera spesa sanitaria (l’impegno preso dalle Regioni era del 5%). In Veneto si investe in salute mentale molto meno che nel resto del Paese: lo dice il Quaderno di Epidemiologia Psichiatrica 2017 del SIEP. Le prestazioni offerte ai cittadini sono peggiori di quelle dell’Emilia-Romagna ma anche di alcune regioni del Sud, come ad esempio la Calabria. La spesa sul FSR è inferiore alla media nazionale del 16,7%, mentre la spesa pro-capite in salute mentale è in Veneto il 16,5% in meno della media nazionale. Le prestazioni erogate sono il 69,8% in meno della media nazionale, la continuità assistenziale viene garantita in misura minore rispetto alla media (-37,4%) e si registrano tassi maggiori di ospedalizzazione (+31,2%) con durata di degenza media sensibilmente superiore (+56,3%): una sofferenza in più per gli ospedali del Veneto, già depauperati di posti letto dalla Giunta Zaia. La durata dei trattamenti residenziali è superiore al valore medio addirittura del 200%. Tutto ciò, ovvero la cattiva gestione della salute mentale, è dannoso e presenta un conto salatissimo ai cittadini, veneti ed italiani. Nel solo ambito della salute mentale dell’adulto, in Italia, questo costo è stato stimato in 64 miliardi di euro”.

2 Responses to “Salute mentale, il Veneto investe meno della media nazionale”

  1. Elos ha detto:

    Grazie per l’articolo. Consiglio a voi giornalisti di approfondire la questione andando anche a “far visita” alle condizioni in cui vengono tenuti e al modo in cui vengono trattati i malati presso l’spdc di Bassano. Considerato da tutti i pazienti che ci sono passati come un vero e proprio lager. Purtroppo, lì, la Legge Basaglia sembra non essere mai stata applicata. Esiste un sottobosco inerente ai servizi psichiatrici del territorio che sarebbe doveroso esplorare, come in passato la Commissione Marino aveva fatto con gli OPG.

    • Andrea Fasulo ha detto:

      Grazie per la segnalazione gentile Mariasole. L’argomento è di sicuro interesse e merita approfondimenti, anche se a livello giornalistico non sempre è facile bucare il velo di opacità che circonda certe strutture pubbliche. Verificare senza dare adito a voci che rischierebbero di essere smentite senza troppa fatica.. servirebbero persone coraggiose pronte a raccontare