Turismo, Rebecca (Confcommercio): “E’ uno dei primi settori da cui ripartire per sperare in una ripresa rapida e diffusa”

Il settore del turismo, dalla ricettività alla ristorazione, dalle agenzie di viaggio alle guide turistiche, sta subendo danni economici rilevanti per effetto della pandemia Covid-19. Confcommercio Vicenza ha messo insieme le conseguenze più evidenti che le imprese e i professionisti del comparto stanno vivendo, al fine di dare il proprio contributo alle richieste che la Confederazione nazionale si appresta a presentare alla Commissione Bilancio del Senato, in vista della conversione in Legge del Decreto “Cura Italia”.

“I recenti interventi di sostegno all’economia sono un primo passo del Governo verso il mondo delle imprese, ma sia per dotazione delle risorse, sia per articolazione degli interventi è necessario fare molto di più – spiega Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza –. Vogliamo credere fortemente si vada oltre questa prima tappa poiché per preparare la ripartenza serve molto di più in termini di interventi e di risorse. L’auspicio è il Governo faccia proprie le proposte di Confcommercio inserendole nel provvedimento previsto nel mese di aprile”.
A Vicenza e provincia, come del resto in tutta Italia, gli hotel possono rimanere aperti, ma mancando la clientela è un proseguire l’attività senza registrare introiti. Confcommercio calcola che moltiplicando le presenze mancanti dei mesi di marzo aprile, in base alle precedenti stagioni, per una media di spesa giornaliera dei turisti di 83 euro (calcolo Istat 2018), solo in città e provincia il danno ammonta a oltre 25 milioni di euro. Le agenzie di viaggio stanno gestendo, prevalentemente in smart working, le pratiche per i clienti che hanno dovuto rinunciare a viaggi e vacanze programmati soprattutto per la Pasqua e per l’estate; anche il business travel, legato all’attività di aziende e professionisti, ha praticamente azzerato il parco clienti, così come quello dei viaggi d’istruzione, dal momento che le scuole organizzano questa parte dell’attività didattica tra marzo e maggio.
“Le imprese del comparto del turismo – spiega Rebecca – hanno una caratteristica che amplifica i danni subiti in questo periodo di emergenza, che è quella della deperibilità immediata degli output. Cioè, una notte in una camera di albergo, un viaggio che non si può fare, un evento cancellato in un locale dedicato all’intrattenimento, non possono essere venduti un giorno o un mese dopo: sono “prodotti” persi, transazioni non più recuperabili. Questo, a dire il vero vale anche per il settore dei servizi e anche, se vogliamo, per il commercio: una vendita persa, non è detto si possa recuperare più in là, quando magari il cliente ha già trovato on line quello che non poteva acquistare in negozio. Insomma, in questa situazione d’emergenza – continua Rebecca – è necessario continuare con la sospensione dei versamenti delle imposte e contributi, rendere più accessibili agli ammortizzatori sociali, ma devono essere misure finanziate almeno fino alla cessazione dell’emergenza epidemiologica e dei suoi effetti. Fondamentale, inoltre – continua il presidente – guardare alla liquidità per le imprese, con un intervento poderoso per ampliarne la disponibilità, con un’azione coordinata tra Banca Centrale Europea, Autorità Bancaria Europea e Stato. La prima dovrà immettere nel sistema le risorse; la seconda riducendo contestualmente i vincoli per la concessione del credito, azione senza la quale sarebbe del tutto inutile l’iniziativa della BCE; lo Stato dovrà intervenire a supporto delle banche che erogheranno i fondi alle imprese, sostenendo quegli imprenditori che con determinazione vorranno effettuare nuovi investimenti per presentarsi pronti nel momento in cui la domanda ripartirà”.
Tra le proposte che Confcommercio auspica possano entrare del provvedimento di conversione in legge del “Cura Italia” o nel decreto di aprile, una riguarda l’indennità per i lavoratori stagionali, che dovrebbe essere prolungata almeno fino alla fine dell’emergenza epidemiologica e dei suoi effetti, e rafforzata nell’intensità rispetto ai 600 euro attualmente previsti. Un’altra, il credito d’imposta per botteghe e negozi del 60%, che nella formulazione attuale comprende anche i pubblici esercizi ma lascia fuori, ad esempio, le attività ricettive, le agenzie di viaggi che operano in uffici, ecc., Confcommercio sollecita, sia di estendere la validità temporale, sia l’elenco delle categorie, tenendo altresì presente che in molti casi l’attività non viene condotta all’interno di locali concessi “in locazione” ma bensì resi disponibili sulla base di contratti di affitto d’azienda. Un’altra proposta riguarda, invece, tutti i cittadini e suggerisce di prevedere una detrazione straordinaria sulle imposte per chi vorrà fare vacanze in Italia durante il 2020 e il 2021; questa misura – secondo Confcommercio – avrebbe un effetto sui consumi che compenserebbe l’erario più del costo della detrazione stessa. Secondo i dati del Conto Satellite del Turismo (CST)-Istat, infatti, 100 euro di transazioni nel turismo, per effetto del meccanismo dei moltiplicatori, ne generano ulteriori 86 in altri settori.
“Il turismo quindi è uno dei primi settori da cui ripartire per sperare in una ripresa rapida e diffusa dopo la crisi – conclude il presidente Rebecca – poiché significa investire in un comparto che mette in moto a sua volta altri consumi, portando ossigeno all’economia dell’intero Paese. Bene che nel Decreto “Cura Italia” compaia il “Fondo per la promozione integrata”, ma le risorse devono essere ulteriormente incrementate e destinate a più presto alla valorizzazione turistica dell’Italia”.
Dal canto suo l’Associazione di Vicenza ha avanzato alle Amministrazioni locali una serie di proposte specifiche per il territorio: l’impegno ad utilizzare l’imposta di soggiorno, se istituita, per azioni di promozione turistica straordinaria coordinate tra i vari soggetti interessati; concedere, passata l’emergenza e per un certo periodo di tempo, l’accesso gratuito a musei o siti monumentali, così come la sosta gratuita nei parcheggi nei centri storici o siti turistici; la riduzione dell’aliquota IMU in pagamento per gli immobili. Tutte misure che darebbero un aiuto concreto alla ripartenza del turismo della città e delle provincia.  

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