L’Università di Padova scalda i motori e a ottobre riparte, nonostante il coronavirus

“Da ottobre torniamo ad essere Università”, dice a chiare lettere il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto. Per sostenere la ripartenza, l’ateneo patavino ha messo in campo un intervento straordinario di 15 milioni di euro, erogati direttamente a studenti e studentesse.

L’emergenza sanitaria ha evidenziato ulteriormente il ruolo fondamentale dell’Università in ambito sociale: ricerca scientifica ed alta formazione sono investimenti strategici per un pronto rilancio dell’economia in un mondo martoriato dal coronavirus.

L’Università in genere costruisce il capitale umano in grado di innovare e rilanciare il Paese, fornendo ai giovani competenze forti e sempre più integrate in un sapere multidisciplinare, utile per raggiungere una potenziale vita professionale di successo.

Dai primi giorni di marzo, le università sono state colpite da un’emergenza sanitaria e sociale senza precedenti, ma non ne sono state travolte, trasferendo su piattaforme telematiche lezioni, esami, lauree e servizi agli studenti. Padova ha erogato più di 150.000 lezioni e nella sessione estiva si sono tenuti più di 100.000 esami di profitto e oltre 2.000 lauree.

Per sostenere la ripartenza della vita universitaria, per stimolare le iscrizioni e la presenza di studenti e studentesse, Padova ha messo a bilancio un intervento straordinario di 15 milioni di euro. L’intervento prevede connettività gratuita per tutti gli iscritti,  per i redditi fino a 50.000 euro sono previsti un contributo affitto di 500 euro al mese o di 350 euro per l’abbonamento ai mezzi di trasporto, la copertura fino all’80% del costo di un personal computer per le matricole. 

A questo intervento, vanno aggiunte 7.700 borse di studio e l’investimento di oltre 7 milioni di euro per il rinnovameno tecnologico di tutte le aule. 

L’Università di Padova è pronta a ripartire, nonostante il coronavirus.

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