Un Natale digitale illumina Piazza San Marco

È un omaggio alla luce e un messaggio di rinascita l’intervento creativo che Fabrizio Plessi, artista di fama internazionale, ha voluto dedicare a Venezia per il Natale 2020 in Piazza San Marco.
L’installazione, promossa dal Comune di Venezia e Vela Spa nell’ambito della rassegna “Le Città in Festa – Natale 2020” ha trovato posto tra le due colonne della Piazzetta, per lanciare da Venezia, città da sempre fonte di energia creativa e di ispirazione, un messaggio di speranza capace di rinnovarsi avvalendosi di un linguaggio contemporaneo: il digitale.
Un ‘faro’ luminoso, composto da oltre 80 moduli di 1m per 50cm che prende la forma di un albero della vita e unisce simbolicamente terra, acqua e cielo e interpreta il senso più profondo del Natale.
“L’idea per questa installazione è scaturita dal mio grande amore per Venezia: ho immaginato un gigantesco mosaico dorato – che richiama l’oro della Basilica – in cui ogni tassello vive di vita propria. Per la prima volta nel mio lavoro – dichiara l’artista Fabrizio Plessi  – ho fatto sì che il flusso luminoso di ciascun elemento vada in direzioni diverse, andando a creare un intreccio di contaminazioni quale metafora, da un lato, della dinamica delle relazioni interpersonali e, dall’altro, per valorizzare la memoria storica di questa città, luogo di incontro e di scambio tra culture diverse per eccellenza. L’uso del digitale in questo contesto diventa emozione spirituale che si esprime nell’unico linguaggio possibile oggi, permettendoci di raggiungere gli altri pur nella distanza fisica.
Una scultura evocativa che sta a dimostrare come, ancora una volta, sarà la luce dell’arte ad indicare la strada per superare insieme questi tempi bui”.
Il progetto Natale di Luce 2020 in area marciana ha previsto anche un intervento luminoso alle Procuratie Vecchie e Nuove e lungo Calle XXII Marzo sino a campo Santa Maria del Giglio nonché il prolungamento sino al 6 gennaio dell’installazione L’Età dell’Oro sulla facciata dell’Ala Napoleonica del Museo Correr.

Comments are closed.