Licenziati in tronco tutti i giornalisti del Messaggero di Sant’Antonio

In Veneto non era mai accaduto. L’editore del “Messaggero di Sant’Antonio” e del “Messaggero dei Ragazzi” ha comunicato, la scorsa settimana, il licenziamento di tutta la redazione – otto giornalisti – senza alcun preavviso e senza l’apertura di alcuna trattativa. Una decisione brutale, che fotografa la situazione dell’informazione sia locale che nazionale.

Contro la decisione aziendale i giornalisti del “Messaggero” sono scesi in agitazione, organizzando un’assemblea permanente negli uffici della redazione e partecipando a Roma, con la segretaria regionale del Sindacato Veneto, Monica Andolfatto e il vicepresidente dell’Ordine del Veneto, Matteo Guarda, alla manifestazione nazionale contro il precariato, organizzata dalla Federazione italiana della Stampa e dall’Ordine, che si è tenuta davanti alla sede del Ministero del Lavoro.

Nel pomeriggio, un’altra delegazione di giornalisti del “Messaggero”, con il presidente dell’Assostampa padovana, Stefano Edel, ha presidiato l’ingresso della sede di Mediagraf a Noventa Padovana, in occasione della festa per l’investimento di oltre 3 milioni di euro in tecnologia. Mediagraf, dove peraltro viene stampato anche il mensile del Santo, rivista fra le più diffuse al mondo, è un’azienda da 60 milioni di euro di fatturato collegata sempre alla “galassia imprenditoriale” dei frati francescani minori conventuali della Provincia italiana di Sant’Antonio da Padova.

Questa la nota emessa dall’Ordine dei Giornalisti del Veneto:

L’Ordine dei giornalisti del Veneto è a fianco dei colleghi del Messaggero di Sant’Antonio e del Messaggero dei ragazzi e si associa allo sdegno di Fnsi e Sindacato dei giornalisti del Veneto nei confronti della proprietà che, invece di sedersi al tavolo per fare il punto della situazione dopo un anno di contratto di solidarietà, ha semplicemente comunicato la cessazione di tutti i rapporti di lavoro giornalistico”. 

La nostra redazione è vicina ai giornalisti colpiti da questa decisione inaccettabile, che umilia la professionalità e la dedizione con la quale, nel corso degli anni, i colleghi hanno garantito la realizzazione di un prodotto editoriale di qualità.

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