Il Consiglio regionale del Veneto, dopo un approfondito dibattito, ha approvato in tarda mattinata ed all’unanimità la Proposta di deliberazione amministrativa n. 20 che istituisce la Commissione d’Inchiesta per le acque inquinate del Veneto in relazione alla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS).
Si tratta di sostanze utilizzate in numerosi prodotti e applicazioni industriali, dotate di elevata persistenza nell’ambiente ed assorbibili anche da parte dell’organismo umano, in particolare tramite il consumo dell’acqua potabile e di alimenti.
L’area interessata dall’immissione di PFAS in ambiente si estende per circa 200 kmq, tocca quattro province venete (Vicenza, Verona, Padova e Rovigo) e coinvolge circa 350.000 abitanti.
“Il Veneto è l’unica Regione che si è immediatamente attivata non appena il problema è stato segnalato dallo studio commissionato dal governo” ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, “sia sul fronte delle azioni in ambito sanitario che in quello ambientale, mettendo immediatamente in sicurezza le acque potabili e attivando il monitoraggio sanitario della popolazione coinvolta”.
“Anche sul piano giudiziario – prosegue Bottacin – la Regione si è immediatamente attivata, tant’è che la prima denuncia all’autorità giudiziaria risale a luglio del 2013. Da allora è sempre stata garantita la massima collaborazione alle procure coinvolte e ai carabinieri dei NOE. Non solo: affinché sia applicato il sacrosanto principio secondo cui chi inquina paga, la Regione si è costituita parte civile”.