Si parla sempre più spesso di sostituire il servizio di trasporto scolastico pubblico con quello privato, ma a quale costo? Risparmiare qualche denaro correndo il rischio di abbassare la sicurezza dei ragazzi e, soprattutto, aumentare un fenomeno già presente per il trasporto su taxi, cioè quello dei mezzi abusivi.
Dura presa di posizione del presidente degli AutoBus Operator di Confartigianato Vicenza che non vuole sentir parlare di carpooling e ha deciso di commentare questa ipotetica soluzione.
“Il tema relativo alla disciplina dei trasporti pubblici è molto complesso. Prima di tutto, però, dobbiamo considerare la sicurezza stradale e dei passeggeri che trasportiamo. Noi professionisti siamo sottoposti a una rigida normativa in tal senso, che prevede abilitazioni specifiche, controlli sugli autisti e sui mezzi; tutto ciò a tutela di chi viaggia con noi e dell’intera comunità”.
Willy Della Valle, presidente della Categoria AutoBus Operator di Confartigianato Vicenza, commenta con durezza le notizie relative all’idea di ricorrere al “carpooling” al posto del tradizionale servizio di Scuolabus.
“Il carpooling – osserva Della Valle – non è disciplinato da alcuna normativa, i Comuni che scelgono di utilizzarlo lo fanno prevalentemente per una questione di bilancio. Ma quali sono le verifiche e le misure preventive in materia, ad esempio, di sicurezza? Il personale autista di un autobus è sottoposto a severi controlli antidroga e antialcool; gli autobus scolastici sono revisionati e controllati scrupolosamente dalla Motorizzazione Civile, ogni anno. Nel caso del carpooling, i genitori (o forse sarebbe meglio definirli autisti) che se ne fanno carico, sono forse controllati? I loro mezzi sono verificati periodicamente e sono idonei alla circolazione? La stessa cosa viene fatta per le coperture assicurative? Siamo proprio certi che l’assicurazione RCA dell’auto di un privato contempli le coperture per i trasportati nel caso di un servizio ‘pubblico’? O forse siamo nel campo delle azioni di rivalsa assicurativa nei confronti del proprietario del veicolo, nel caso di un sinistro?”.
“Non dimentichiamoci – prosegue Della Valle – che stiamo parlando di ragazzi e che, a nostro avviso, le verifiche a tutela del cittadino debbono venire prima delle prospettive di risparmio per le casse dei Comuni, non inficiando un servizio adeguato e sicuro di Scuolabus. Queste sono le domande che gli amministratori dovrebbero porsi, prima di scegliere se abbandonare il sistema di mobilità scolastica disciplinato dalla legge. Inoltre, c’è il tema dell’abusivismo delle professioni normate dalla legge: il genitore che viene ‘rimborsato’ per svolgere sempre la stessa tratta è di fatto un trasportatore abusivo e, pertanto, sanzionabile in quanto tale: oltre che con una pesante multa di qualche migliaia di euro, anche con il fermo dell’auto per tre mesi, e di confisca in caso di recidiva. Per questo motivo abbiamo già segnalato la questione agli organismi preposti al controllo, coi quali abbiamo una stretta collaborazione. Ci auguriamo che tutti questi temi, in particolare quello del presunto carpooling scolastico, vengano affrontati nel più breve tempo possibile, in particolare – ripeto – per la sicurezza dei ragazzi”.