Il Segretario Generale della CGIL di Vicenza Giampaolo Zanni interviene immediatamente dopo la decisione della Consulta di ammettere due dei tre Referendum abrogativi di punti della riforma del lavoro denominata Jobs Act, voluta dal Governo Renzi e duramente contestata dalla CGIL, sui quali la stessa ha raccolto oltre 3 milioni di firme nei mesi scorsi.
“Dopo la decisione della Consulta da oggi inizia la nostra campagna referendaria per cambiare norme sbagliate che hanno cancellato diritti dei lavoratori e introdotto ulteriore precarietà per i lavoratori ed in particolare per i giovani e coloro che hanno perso il lavoro”, questo il primo commento del Segretario, che poi aggiunge: “finalmente possiamo votare per ridare diritti ai lavoratori coinvolti nei cambi d’appalto nei casi di inadempienza della ditta che ha ricevuto l’appalto e per eliminare il lavoro retribuito con i voucher, che dopo essere stati estesi a qualsiasi tipo di attività hanno avuto un aumento del 27 mila percento, andando così a sostituire veri contratti di assunzione ed ovviamente le tutele che questi assicurano”.
In riferimento al terzo quesito referendario, riguardante l’abrogazione delle nuove norme in tema di licenziamento individuale, che di fatto hanno cancellato l’art. 18 della Legge 300 del 1970 il segretario afferma: “grave che la Consulta, dopo le tante pressioni di tipo politico viste nei giorni scorsi, abbia ritenuto non ammissibile la nostra richiesta; comunque la CGIL attende di conoscere le motivazioni della Corte e si riserva di avanzare un ricorso alla Corte di Giustizia Europea. In ogni caso questa decisione non fermerà la nostra battaglia per cancellare la non possibilità di ottenere giustizia nei casi di licenziamenti individuali senza giusta causa”.
Il Segretario Generale della CGIL di Vicenza chiede poi che il Governo fissi al più presto la data della consultazione referendaria e rispetto a possibili cambiamenti delle norme contestate al fine di evitare i referendum afferma: “non accetteremo cambiamenti “di facciata” che sostanzialmente non modifichino realmente le norme oggetto dei referendum. Il nostro obiettivo è la costruzione di una nuova complessiva legislazione sul lavoro e sui diritti dei lavoratori che dia finalmente diritti e certezze ai milioni di lavoratori che lavorano con contratti precari e senza tutele, estendendo queste ultime anche al mondo del lavoro autonomo precario e povero, come quello di tante persone che lavorano con partita IVA”.
Infine il segretario lancia un’appello alle associazioni, ai movimenti, alle forze politiche ed ai cittadini che hanno a cuore questi problemi e la sorte delle lavoratrici e dei lavoratori per. “lavorare assieme per aprire nel paese un grande confronto e convincere così il maggior numero di elettori a partecipare alla prossima consultazione referendaria, superando in tal modo il quorum e rendere valido il voto del popolo”.