Corteo di protesta contro grandi opere e no war organizzato dai “No Dal Molin”

Tornano a farsi sentire i militanti “No Dal Molin” e questa volta la disputa della manifestazione è contro le grandi opere e, a detta loro, delle servitù militari. A parteciparvi qualche centinanio di persone che a Vicenza si sono ritrovate per dare vita ad un corteo. Tanti vicentini e tanti attivisti dei comitati di tutto il Veneto sono scesi in piazza, per far sentire la loro voce su vari temi, dalle colate di cemento all’inquinamento dell’aria e dell’acqua.Non solo questi ma la protesta riguarda anche temi più caldi come Pedemontana, Tav, Valdastico Nord e Pfas. La sfilata è passata per Borgo Berga altro luogo di grandi critiche da parte dei manifestanti che accusano di devastazione ambientale e mancanza del rispetto delle leggi e dei vincoli di salvaguardia del terriotorio.

La manifestazione si inserisce all’interno delle giornate del Presidio Permanente, ricostruito in occasione del decimo anniversario del via libera di Prodi al Dal Molin. I tendoni di Ponte Marchese, che per tanti anni sono stati il luogo di assemblee e di incontri di migliaia di persone, in questi giorni si sono ripopolati.

Secondo una nota diffusa dal gruppo No Dal Molin – “I tanti NO che hanno riempito le strade di Vicenza sono però tanti SI’ a un modo di vita, di mobilità e di lavoro compatibili con la natura e con la salute di chi è il primo a subire le conseguenze pesanti di scelte calate dall’alto. E’ il caso del progetto vicentino del TAV voluto da Confindustria e dal Comune di Vicenza oppure dalla Valdastico Nord, che se costruita distruggerebbe l’unica valle ancora integra della provincia. Tutto questo si aggiunge al problema dell’inquinamento delle acque dai Pfas che stanno rovinando la salute di migliaia di persone delle provincie di Vicenza, Padova e Verona.”

Alla manifestazione erano presenti tanti comitati dal resto del Veneto; i No Grandi Navi, l’Opzione Zero della Riviera del Brenta, il Comitato No Ogm, i No Pedemontana di Treviso. Tutti con un fine comune, quello di fermare le grandi opere e dare il potere ai territori, perché sono i cittadini a dover decidere del proprio futuro.

Vicenza ieri ha dimostrato di non essere una città sconfitta e rassegnatacontinua la nota–  ma di avere una grande determinazione e la volontà di riprendersi gli spazi di democrazia , sempre più ristretti da uomini soli al comando. Il Presidio No Dal Molin continuerà a vivere nei prossimi giorni con tanti eventi e con un programma ricco di iniziative.”