Nel mondo ci sono 8 persone che possiedono la stessa ricchezza di metà della popolazione della Terra. È questo il dato impressionante che arriva dal rapporto Oxfam recentemente pubblicato. Ai tempi di Occupy Wall Street si parlava dell’1% della popolazione mondiale, circa 70 milioni di persone, ma qui siamo a una concentrazione di ricchezza mai vista prima, dettata da una filosofia economica che dà priorità al profitto piuttosto che alle persone.
Il report, preparato per il summit di Davos, considera la concentrazione di ricchezza la minaccia più grande per l’economia mondiale e identifica nella crescita delle diseguaglianze la forza che si cela dietro le politiche globali.
Uno dei business più grandi è senza dubbio quello legato al cibo. Secondo la stima del Plunkett Research, copre il 10% dell’economia mondiale, circa 7,8 mila miliardi di dollari. Aziende come Mars, Monsanto, Nestlé sono multinazionali con un giro d’affari di miliardi di dollari, tutte implicate in pratiche che non fanno altro che concentrare la ricchezza in sempre meno mani: l’acquisizione commerciale dei concorrenti per creare giganti sempre più grandi, l’espropriazione delle terre dei contadini tramite il land grabbing… tanto per fare qualche esempio.
Khoza Manvester Ackson, contadino del popolo Phoka in Malawi, racconta: «Il Governo del mio Paese ha fallito la lotta contro la povertà perchè i contadini sono costretti a vendere i loro prodotti alle multinazionali che impongono prezzi bassissimi. Il supporto del Governo alle multinazionali e il loro sfruttamento dei contadini ha fatto del Malawi uno dei paesi più poveri del mondo». Se vogliamo fare un confronto, la ricchezza personale del 32enne Mark Zuckenberg è 8 volte più ampia dell’intero Pil del Malawi, un Paese di 16 milioni di persone.
Sebbene la massimizzazione del profitto come stile di vita sia un virus altamente contagioso che ha già infettato la maggior parte del mondo, non è onnipresente. Le comunità indigene, infatti, mettono al primo posto il benessere, così come il rispetto per la Terra. Vale la pena ricordare che viviamo in un pianeta dalle risorse limitate e che la “creazione di ricchezze” è semplicemente una divisione ingiusta di queste risorse.
Come ci ricordava Serge Latouche all’ultimo Terra Madre Salone del Gusto, l’idea che il nostro benessere possa derivare dalle cose materiali è sbagliata a prescindere. Dobbiamo mettere in dubbio l’idea di successo per cui ci è stato insegnato a lottare: avere un basso reddito o pochi oggetti di proprietà non vuol dire per forza essere infelici, soprattutto se possiamo estendere il benessere ed evitare lo sfruttamento di quante più persone possibile. Anche i disastri ambientali che stiamo affrontando sono un risultato dell’avidità del genere umano.
Ma la battaglia per combattere l’ineguaglianza e tutelare l’ambiente si può vincere puntando sull’altruismo, la cooperazione e ridefinendo la nostra scala di valori.