Si apre una settimana decisiva per il settore della pubblica amministrazione. Insieme al Testo Unico sul pubblico impiego, che disciplina i rapporti di lavoro e rappresenta il fulcro della delega per la riorganizzazione della P.a., entro la fine della settimana (probabilmente venerdì 17 febbraio) il Consiglio dei ministri esaminerà i tre decreti della riforma Madia che devono essere ripresentati con modifiche, dopo la sentenza della Consulta, la quale ha chiesto l’intesa con le Regioni.
Si tratta del decreto relativo al taglio delle società partecipate, quello sui cosiddetti ‘furbetti del cartellino‘ e la riforma della dirigenza sanitaria, che però è in bilico perché, almeno per ora, considerata “irricevibile” dalle Regioni. I governatori non accettano infatti di essere esclusi nella scelta dei dirigenti delle Asl.
A preoccupare i sindacati è l’impianto stesso del testo, che conterrebbe un intento punitivo nei confronti dei dipendenti pubblici che vengono associati costantemente ai ‘furbetti del cartellino’ con una casistica allargata per i licenziamenti disciplinari.
Cgil Cisl e Uil – che oggi chiederanno anche l’avvio del tavolo per il rinnovo dei contratti 2016-2018, fermi da oltre 7 anni – puntano il dito anche contro la ‘stretta’ sulle assenze per malattia con visite fiscali a chi si assenta il lunedì o il venerdì e, non ultima, l’entrata in campo dell’Inps per controlli più efficaci.
Sul fronte licenziamenti, la nuova bozza del Testo Unico del pubblico impiego prevede altri quattro casi di licenziamento disciplinare, oltre a quelli già previsti dalla legge Brunetta.
Possono infatti perdere il posto i dipendenti pubblici per gravi e reiterate violazioni del codice di comportamento e i dirigenti che non procedono con l’azione disciplinare per “commissione dolosa o gravemente colposa”. Il licenziamento può scattare anche in caso di “reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa” e scarso rendimento.
Per venire incontro ai dipendenti pubblici, stando alle ultime indiscrezioni, il governo starebbe pensando a formule di lavoro più flessibili (facilitazioni per il part-time e telelavoro). Nello specifico, sarebbero allo studio anche convenzioni con gli asili nido, in modo da aiutare il dipendente a conciliare il lavoro con la vita familiare.