Prende il via oggi sabato 18 marzo al teatro Astra la manifestazione “Volta le carte”, un tributo alla figura e agli scritti di Luigi Meneghello proposto dall’associazione Ossidiana in collaborazione con l’assessorato alla crescita del Comune di Vicenza.
Si tratta di una manifestazione articolata in quattro appuntamenti: due spettacoli teatrali ispirati rispettivamente a Libera nos a malo e a I piccoli maestri; un evento, La materia di Gigi, per metà spettacolo e per metà conferenza divulgativa; infine, un intenso fine settimana focalizzato sull’opera letteraria e linguistica di Meneghello.
L’iniziativa, nata da un’idea di Franca Pretto e Gianni Gastaldon, è stata elaborata da Marco Cavalli, Stefania Carlesso, Franca Pretto e Gianni Gastaldon.
A fare da collante tra gli incontri in programma è la parola in tutte le accezioni in cui Meneghello la contempla nella sua opera: parola studiata, detta, declamata, cantata – in italiano, in dialetto, in inglese. Secondo il critico letterario Marco Cavalli e i direttori artistici del centro culturale “Ossidiana”, Franca Pretto e Gianni Gastaldon, ideatori della manifestazione, è possibile ricordare degnamente Meneghello solo riproducendo la ricchezza dei suoi interessi di scrittore e la cordialità del suo modo di raccontare e di raccontarsi.
Si comincia il 18 marzo alle 21 al teatro Astra con La materia di Gigi. Indubbiamente una proposta originale quanto arrischiata: una sorta di “corale” per voci e competenze estremamente diversificate chiamate a interagire in modo da completarsi a vicenda diventando un unico, variopinto discorso. In un’atmosfera da filò, complici le luci del palcoscenico e la suggestione di diapositive video, le molte facce del prisma Meneghello sono presentate al pubblico da Marco Cavalli. Accompagnano e integrano la sua esposizione le voci recitanti di due attori (Stefania Carlesso e Livio Pacella), i commenti di un fine conoscitore dell’opera di Meneghello (Luciano Zampese) e la voce di una raffinata cantante (Patrizia Laquidara) con la musica di due grandi strumentisti (Saverio Tasca e Andrea Bressan). L’epilogo è insieme una sorpresa e un suggello d’autore, imperdibile.
Il 25 marzo alle 21 sempre al teatro Astra sarà presentato in prima assoluta lo spettacolo teatrale Libera nos a malo, liberamente tratto dall’opera omonima di Meneghello. L’adattamento teatrale e la regia sono di Franca Pretto e Gianni Gastaldon che ha curato anche il disegno luci. La compagnia Kitchen Project per l’occasione porterà in scena undici tra attori e attrici (Antonella Asciolla, Luca Bagnoli, Paolo Bonato, Daniela Bosco, Jader Girardello, Martina Marangon, Sara Sarnataro, Amer Sinno, Marta Tabacco, Orietta Zampieri, Marta Zolin).
Kitchen Project Compagnia Teatrale metterà dunque in scena momenti dell’infanzia dell’autore rievocati con delicatezza e ironia, tra espressioni dialettali e auliche storpiature linguistiche, alternando atmosfere spassose e irriverenti a istanti di lirismo, in un susseguirsi brioso di accadimenti quotidiani nei quali le vicende di una comunità rurale del vicentino si sovrappongono alla storia tutt’altro che pacifica del Belpaese.
Con “Addio, dunque, e che tu sia ringraziato” previsto per sabato 25 marzo dalle 16 alle 18.30 e domenica 26 dalle 10 alle 12.30 alla sede di Ossidiana in strada di Saviabona 356, il critico Marco Cavalli, da quindici anni titolare del corso “Beato chi legge” del centro culturale Ossidiana, propone una due-giorni sull’opera di Meneghello dove saranno presentate per la prima volta, con un certo ordine e in una progressione utile alle persone interessate, le chiavi tematiche e linguistiche di un’opera letteraria di sorprendente coerenza, non copiosa ma ricca di rispondenze interne, di cunicoli, di percorsi sotterranei non ancora esplorati fino in fondo.
L’8 aprile infine, al teatro Astra, chiude la serie di eventi lo spettacolo teatrale I piccoli maestri scritto e interpretato da Andrea Pennacchi, che andrà in scena (prima assoluta) accompagnato da Giorgio Gobbo con chitarra e canzoni e la “presenza” scenografica di Woodstock Teatro e Teatro Boxer.
Come spiega lo stesso Pennacchi, poche vicende sono cruciali quanto la resistenza nella storia di questo nostro buffo paese e, come tutte le cose importanti, poche storie sono state così divisive per il nostro bizzarro paese e gonfiate di retorica. Tanto che la guerra civile, da cui il Paese è sorto, è sempre più spesso ignorata, per non smuovere cose profonde, come odio, amore, coraggio. Ma Meneghello ha lasciato un antidoto a tutta questa retorica, a tutto questo oblio, nei Piccoli Maestri. Una memoria asciutta, sottilmente ironica, “a ricordarci che non eravamo mica buoni a fare la guerra”.