Se si dovesse prestare ascolto tutte le voci che, quasi quotidianamente, circolano attorno al 5G, si sarebbe portati a pensare che il 4G LTE sia ormai roba vecchia, destinata a una precoce pensione. Sulla nuova tecnologia di comunicazioni senza fili punta molto anche la politica (l’Unione Europea ha stanziato 50 milioni di euro da destinare alla ricerca e sottoscritto un accordo di cooperazione con la Cina, mentre la Corea del Sud sta portando avanti dei progetti per proprio conto), così come i big del mondo dell’hi-tech (Samsung, Google e Nokia solo per fare qualche nome) nonchè, ovviamente, gli operatori telefonici di tutto il mondo.
La realtà, però, è altra: la tecnologia 5G esiste, per lo più, solo negli articoli dei giornali e nelle dichiarazioni dei dirigenti delle varie società interessate. Quello che dovrebbe diventare il nuovo standard delle comunicazioni wireless, infatti, è ancora in via di definizione e prima del 2018 non è previsto venga rilasciato alcun documento ufficiale dai vari consorzi che ci stanno lavorando sopra. Per l’implementazione tecnologica, invece, si dovrà attendere ancora di più, si parla del 2020, mentre i primi dispositivi inizieranno ad arrivare, se tutto andrà bene, solo negli anni successivi. Insomma, a voler essere ottimisti, per avere tra le mani i primi smartphone 5G si dovrà attendere almeno un lustro ma, abbastanza incredibilmente, alcune aziende già si preparano a battere tutti sul tempo.
Anche se i protocolli sono ben lontani dall’essere tramutati in standard tecnologici, alcune aziende si stanno dando da fare per battere tutti sul tempo ed essere le prime a offrire il 5G ai propri clienti. La statunitense AT&T, ad esempio, punta a realizzare una rete 5G sperimentale ad Austin (stato del Texas) entro la fine del 2016, mentre i concorrenti di Verizon (che stanno incontrando alcune difficoltà nello sviluppo della loro versione della tecnologia 5G) dovrebbero esser pronti per il 2017.
In Corea del Sud, invece, la compagnia telefonica KT vuole fare le cose con più calma e ha programmato il lancio del “suo” 5G entro il 2018, quando il Paese asiatico ospiterà le Olimpiadi invernali. Al suo fianco, molto probabilmente, dovremmo trovare anche Samsung (altra azienda sudcoreana), al lavoro su dispositivi mobili in grado di funzionare con le stesse frequenze e con gli stessi standard operativi di KT.
Da non sottovalutare, infine, il lavoro che sta portando avanti Nokia. L’azienda finlandese programma di lanciare dispositivi 5G “pre-standard” entro il 2017, anche se il lancio commerciale “ufficiale” è stato calendarizzato per il 2020.
Una tale aspettativa e una tale frenesia, però, non sono viste di buon occhio da tutti gli operatori tecnologici potenzialmente interessati al 5G. A lanciare l’allarme è Aicha Evans, General Manager del Communication and Devices Group di Intel, il quale sottolinea che questa predisposizione a muoversi in ordine sparso può creare molta confusione e un grave sperpero di risorse.
I rilasci “preventivi”, infatti, minano alla base la stessa funzionalità e utilità della tecnologia “standardizzata”, mentre richiedono un maggior impegno da parte dei produttori di chip, antenne e circuiti integrati di vario genere. Come sottolinea Matt Grob, Chief Technology Officer di Qualcomm, i produttori di chip, apparati di rete e dispositivi mobili dovranno lavorare su diverse (e non sempre compatibili) versioni della stessa tecnologia, moltiplicando sforzi tecnici ed economici. A subirne le conseguenze dovrebbero essere i consumatori, costretti a pagare più del dovuto per una tecnologia incompleta e, nella gran parte dei casi, non interoperabile tra un paese e l’altro, se non addirittura tra un operatore di servizi e l’altro.
Nonostante tutto, sul 5G sono rivolte gran parte delle attenzioni (e degli sforzi) dei grandi player del settore. Non solo le già citate compagnie telefoniche e produttori di smartphone e dispositivi mobili: il 5G fa gola (tra gli altri) anche a Facebook e ai produttori di automobili. Per capire il perché basta guardare le immagini dell’esperimento condotto da Samsung e Deutsche Telekom nel febbraio 2016.
I due colossi della telefonia – il primo produttore di dispositivi mobili, il secondo operatore telefonico tedesco – hanno realizzato un robot meccanico controllato da smartphone sfruttando una rete 5G a latenza ultra bassa (ultra-low latency nell’originale inglese). All’interno di questo network sperimentale, i dati viaggiano con una latenza inferiore al millisecondo (una buona connessione ADSL, solo per fare un esempio, ha una latenza nell’ordine di 10 o 20 millisecondi): la distanza tra sorgente del segnale e “ricettore” è coperta quasi istantaneamente, aprendo così nuove prospettive alla comunicazione mobile e non solo.
Mark Zuckerberg vorrebbe sfruttare la minor latenza e la maggior ampiezza di banda garantita dal 5G rispetto al 4G per incentivare lo sviluppo del gaming su piattaforme di realtà virtuale. Facebook ha investito diversi miliardi dollari sulla realtà virtuale, acquistando Oculus Rift e fornendo a Luckey Palmer il supporto tecnologico ed economico necessario allo sviluppo del progetto. Zuckerberg crede che la realtà virtuale sarà la killer application del 5G (ovvero la tecnologia in grado di sfruttarne al meglio le funzionalità e caratteristiche) e spera, dunque, che il prossimo standard per le comunicazioni wireless l’aiuti a rientrare degli investimenti fatti.
Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo i produttori di automobili. Le smart car e le connected car, per funzionare a dovere, avranno bisogno di una rete senza fili più performante rispetto al 4G LTE. Grazie al basso indice di latenza, il 5G permette di inviare informazioni e dati anche a grande distanza in pochi istanti: in questo modo le smart auto in strada saranno sempre informate su ciò che accade loro intorno e, tramite le proprie intelligenze artificiali specializzate, potranno decidere di conseguenza il miglior percorso d’azione da adottare. Grazie al 5G, ad esempio, potrebbe essere possibile eliminare i semafori dall’intera rete stradale: in prossimità degli incroci le automobili rallenterebbero automaticamente, facendo in modo di passare in ordine, a seconda delle precedenze, evitando così ingorghi ma anche scontri e quindi vittime sull’asfalto.
Anche l’assistenza medica a distanza potrebbe trarre vantaggio dalla massiccia diffusione della tecnologia 5G. In questo caso, la protagonista in positivo sarebbe l’assenza di latenza, che permetterebbe a dottori, in particolare chirurghi specialisti e luminari, di praticare cure salvavita anche se trovandosi dall’altra parte del mondo. La telemedicina, insomma, dovrebbe permettere di portare cure di alto livello anche nei luoghi più sperduti della Terra: basterebbe una copertura 5G per garantire la piena riuscita di qualunque intervento, anche il più complesso.
Comunque, non si dovrà attendere poi molto per vedere come il 5G potrà rivoluzionare la nostra vita. L’operatore telefonico svedese Telia, in collaborazione con i connazionali di Ericsson, sta testando una rete 5G reale nella cittadina di Kista (sobborgo urbano di Stoccolma) e nella capitale estone Tallinn. Nel centro svedese, in particolare, Telia ed Ericsson sono già in fase avanzata di sperimentazione. Sfruttando una banda di 800 megahertz di ampiezza all’interno della frequenza da 15 gigahertz, i tecnici nordeuropei sono stati in grado di raggiungere velocità di tutto rispetto. I picchi, infatti, hanno toccato i 15 gigabit al secondo (ovvero quasi 2 gigabyte al secondo) mentre la latenza è di appena 3 millisecondi. Si tratta di velocità superiori di circa 40 volte rispetto a quelle raggiungibili dalla connessione 4G LTE più veloce oggi esistente.
Visti i risultati promettenti, Telia ed Ericsson hanno deciso di ripetere la sperimentazione su base più ampia, individuando in Tallin la “cavia” perfetta. La capitale estone è da tempo all’avanguardia in fatto di innovazione (vedi la residenza digitale) e potrebbe presto diventare la prima capitale europea a essere coperta dal segnale 5G. Se tutto procederà come da tabella di marcia, i lavori di costruzione dell’infrastruttura saranno portati a compimento a cavallo tra la seconda metà del 2017 e l’inizio del 2018, mentre la rete dovrebbe essere operativa già nella prima metà del 2018