Studenti dell’Università di Padova in protesta per le borse di studio non pagate dalla Regione

E’ una vicenda che si trascina ormai da qualche settimana. Gli studenti dell’Università di Padova sono sul piede di guerra con la Regione Veneto, il motivo è da attribuirsi al mancato indennizzo delle borse di studio che in tanti si sono guadagnati con fatica ed impegno.

Qualche giorno fa c’è stato un flah mob proprio per pretendere quanto dovuto, una situazione che gli stessi studenti non sopportano più e a loro difesa è intervenuto anche il sindacato che chiede con fermezza un segnale dalla Regione Veneto.

“Nelle ultime 2 settimane ci siamo riuniti in tantissimi –comunica in una nota il sindacato degli studenti – in assemblea e nelle residenze, per informarci ed attivarci: la nostra inaccettabile situazione, condivisa tra più di 1’500 studenti dell’Università di Padova che ancora aspettano la borsa di studio, non può andare oltre.
Le borse di studio 2016/17, compresa la 2a assegnazione che, a meno di imprevisti, avverrà a breve, sono state pagate finora dagli studenti (tramite la Tassa Regionale per il Diritto allo Studio) e dallo Stato (tramite il Fondo Integrativo Statale).
La Regione Veneto si rifiuta di erogare i fondi restanti dovuti per legge (equivalenti al 40% della cifra erogata dallo Stato). In centinaia rischiamo di rimanere senza borsa così come successo nel 2011/2012, quando più di 600 studenti rimasero senza borsa di studio a causa dell’inerzia della stessa Giunta Regionale che oggi è responsabile dell’erogazione di questi fondi.
La previsione regionale per il 2017 parla chiaro e ci dice che in sede di bilancio sono state previsti appena 5,2 milioni di Euro corrispondenti forse a qualche centinaio di borse per Padova (ipotizzando anche quest’anno la vergogna di nessun contributo integrativo per gli scambi di studio internazionali).
Abbiamo bisogno di risposte concrete adesso, perché è adesso che incontriamo le difficoltà economiche per i nostri studi. La Regione deve rispondere a queste difficoltà non aumentandole ma creando strumenti per superarle, serve quindi un bilancio regionale scritto secondo le necessità degli studenti.
Purtroppo non abbiamo questa che qualcuno chiamerebbe fortuna: i proprietari di casa pretendono giustamente un pagamento puntuale dell’affitto, ma a noi non viene garantita un’erogazione puntuale delle borse di studio”.
La Regione Veneto risponde rimandando al mittente le critiche e comunicando che il disguido non è da attribuire alla regione ma bensì al Governo che ha tardato a rendicontare le quote da suddividere tra stato e regione.
“Le borse di studio –risponde la Regione Veneto–  si compongono di una quota nazionale e di una regionale. La quota nazionale è data dal totale del fondo ordinario più il fondo integrativo. La quota regionale si calcola sul 40 per cento di questo totale.
La Regione, pertanto, per poter stabilire a quanto ammonti la sua parte, deve conoscere l’entità di entrambi i fondi nazionali.
Ma mentre l’erogazione di quello ordinario è avvenuta puntualmente nei mesi scorsi, la Regione del Veneto è stata messa a conoscenza dell’ammontare del fondo integrativo nazionale solamente la scorsa settimana, quando da Roma è arrivato il relativo decreto di riparto.
Ora che finalmente le componenti su cui basare il calcolo della quota regionale sono a disposizione, la Regione del Veneto provvederà il più celermente possibile, nei prossimi giorni, all’erogazione della propria quota del fondo.