Sono tornati in piazza a Vicenza i coordinamenti dei soci e dei risparmiatori delle banche venete: erano in alcune centinaia i manifestanti ieri venerdì 30 giugno in Piazza dei Signori, riuniti dal Coordinamento associazioni soci banche popolari venete “Don Enrico Torta”, già protagonista delle manifestazioni del 2016 contro il dissesto e il crollo del valore azionario delle ex popolari.
L’appuntamento è stato convocato «per difendere i diritti dei cittadini e dei risparmiatori dall’arroganza della grande finanza, per bloccare il colpo di stato operato dal governo che favorisce gli amici banchieri e che scarica il debito pubblico sulle spalle di tutti gli italiani, specialmente del ceto medio» come si legge sul blog del coordinamento presieduto dall’avvocato Andrea Arman. A Vicenza sono confluiti pullman con manifestanti dalla zona del trevigiano, storica area di insediamento di Veneto Banca, ma anche da Ferrara (sede di CariFe).
Tutti decisamente contrari alla soluzione adottata dal governo Gentiloni che prevede la cessione al prezzo simbolico di 1 euro delle parti sane di BpVi e Veneto Banca a Intesa Sanpaolo, con la liquidazione coatta amministrativa dei due vecchi istituti con “in pancia” i crediti deteriorati e le passività, e 17 miliardi complessivi messi dallo Stato a copertura dell’operazione (5,2 come contributo diretto a Intesa e 12 sotto forma di garanzie sugli impegni che si riveleranno non esigibili).
Dalla piazza molti hanno gridato la loro indignazione e la loro preoccupazione per il rischio di non vedersi risarciti a fronte delle forti perdite subite, ma anche per incitare gli inquirenti a proseguire nella loro opera, visto il timore espresso da molti che le inchieste giudiziarie possano finire in un nulla di fatto.