Chioggia, Filippin (PD): avviare riflessione su reato fascismo. Bassi (Cdv): “Stop all’accanimento mediatico”

Continua la polemica sulla spiaggia “fascista”, botta e risposta anche in regione dove c’è chi condanna fermamente il comportamento del gestore e chi, invece, vorrebbe chiudere definitivamente l’argomento per seguire le vere emergenze.

Giusto e necessario che si indaghi sulle modalità di gestione della spiaggia di Chioggia”. Lo sostiene la senatrice del Pd, Rosanna Filippin, a seguito dell’indagine aperta sul gestore della spiaggia “fascista” di Chioggia.

Al di là del caso specifico è però necessario avviare una riflessione seria e responsabile sul reato di apologia e i confini della sua applicabilità – aggiunge Filippin -. La questione va oltre al fatto se va vietata la vendita di un accendino con l’effigie del Duce o se si possano posizionare cartelli in una spiaggia: si tratta di capire come questo nostro Paese intenda agire nei confronti di chi promuove un’ideologia escludente che ha come capisaldi l’odio e la discriminazione”. “In questo contesto – conclude la senatrice – è inaccettabile che l’assessore regionale veneta Donazzan si prenda gioco di tutti, trasformando un periodo storico, tanto complesso quanto buio e tragico, in un party vintage in omaggio al fascismo annunciando pure di vestirsi come l’amante di Mussolini. Auspichiamo che da queste provocazioni si dissoci in maniera netta la giunta regionale”.

 

 “Il Consiglio regionale del Veneto chiede che sia fermato l’accanimento mediatico contro il signor Gianni Scarpa  e invita il Prefetto di Venezia ad occuparsi delle vere emergenze che attanagliano il territorio veneziano”.

Questo il dispositivo conclusivo della Risoluzione presentata a palazzo ferro Fini con primo firmatario Andrea Bassi, (Centro Destra veneto)  sul caso dello stabilimento balneare di Punta Canna di Chioggia in cui “venivano date indicazioni ai fruitori dei servizi offerti dalla spiaggia con modi e frasi riconducibili al ventennio fascista” si legge nella Risoluzione” spiegando poi la “natura prettamente goliardica dei messaggi, esternata e chiarita più volte dallo stesso gestore della spiaggia, ed il fatto che i clienti dello stabilimento stesso ne abbiano capito perfettamente lo spirito” Bassi, nel suo testo depositato poi, sottolinea come il titolare dello stabilimento balneare avesse già “chiarito di non essere né un rappresentante politico né un semplice elettore che vuole propagandare idee riconducibili al fascismo, né risulta che sia a capo o faccia parte di organizzazioni che operano in tal senso, chiarendo inequivocabilmente che la sua fosse una semplice metodologia, magari azzardata, ma sicuramente goliardica, per evidenziare le regole di funzionamento dello stabilimento balneare stesso”. La Risoluzione poi stigmatizza la tempistica delle reazioni trovando “curiosamente tempestivo l’intervento del Prefetto di Venezia che nel giro di poche ore – si legge nel testo depositato –  ha disposto un sopralluogo e firmato un’ordinanza in cui intima al gestore ‘di rimuovere tutti i simboli, le frasi, i cartelloni e quant’altro faccia riferimento al fascismo’, dimostrando di dedicare la sua attenzione ad una questione assolutamente marginale come questa piuttosto che impegnarsi nella risoluzione di questioni ben più importanti come quella del mancato rimpatrio dei migranti che, dopo la valutazione svolta dalle competenti Commissioni, risultano completamente sprovvisti dei requisiti per richiedere lo status di profugo e che quindi andrebbero immediatamente rimpatriati in quanto clandestini oppure come quella della spropositata presenza di ‘presunti’  profughi ospitati nella provincia di Venezia, che provoca situazioni di fortissimo disagio come quella di Cona che non è stata minimamente risolta e che, addirittura, potrebbe essere potenzialmente riprodotta a Portogruaro”. La conclusione della Risoluzione è quella già proposta: solidarietà alò proprietario dello stabilimento balneare e invito al Prefetto  “ad occuparsi delle vere emergenze che attanagliano il territorio veneziano”. L’iniziativa di Bassi è stata sottoscritta anche da un nutrito gruppo di consiglieri da Silvia Rizzotto, Farncesco Calzavara, Gabriele Michieletto, Luciano Sandonà tutti del Gruppo Zaia Presidente, nonché da Sergio Berlato (FdI-An – Mcr), Stefano Valdegamberi (Gm).