Lo Show dei “Debuttanti”, la società 4.0 del consumismo

C’erano una volta Simon e Garfunkel, che da abili eruditi con il loro “The Sound of Silence”, anticiparono negli anni 60 ciò che sarebbe stato il cambiamento epocale della società dell’allora
boom economico.

Il consumismo che ha apportato benessere a tutti i target sociali, ha generato un vero e proprio show
a tutti i livelli dalla macro società alla micro società.
La politica, che dovrebbe avere un’aurea istituzionale, è stata macchiata da questa spettacolarizzazione sul modello a stelle e strisce d’oltre oceano; colorita da un reality style con finalità propagandistiche nei social, tra immagini surreali, dirette incessanti e colpi di scena capaci di stupire anche il migliore dei registi da Oscar.

La macro società, spinta da finalità esclusivamente economiche, genera un bombardamento
mediatico e social mediatico incessante di modelli sbagliati da seguire che poi si traducono in
problematiche psicologiche non da poco; si passa dalle più svariate sfumature depressive, ai disturbi
alimentari e il cui estremo sono gli aumenti statistici dei suicidi. Sorgerebbe spontaneo emigrare in
un’isola con l’essenziale dei confort e staccare per sempre la spina dalla contaminazione occidentale, molti rimpiangono i tempi passati quando si viveva con poco, senza tecnologie lussuriose ma si conservavano i valori e si sperava che la recente recessione del nuovo millennio con l’impoverimento economico facesse riscoprire i principi dei nostri antenati ma purtroppo il declino interiore è in continua ascesa.
La micro società non stabilisce una comunicazione rivolta ai target ma esclusivamente all’individuo. Una società complessa implica la nascita di diversificazioni sempre più soggettive nelle personali reazioni che ogni essere umano ha di fronte alla frenesia della sopravvivenza. La dispersione dei valori identitari ha comportato anche una dilagante fragilità interiore, come si può apprezzare la vita quando esiste solamente il nostro ego sostenuto dal vuoto più assoluto che si materializza nell’ostentare la nostra immagine in modalità massificate e non personalizzate?
Quando siamo solamente delle belle statuine da locali alla moda, un gregge che segue delle
tendenze dettate dall’esterno e non dall’interno, perché altrimenti saremmo davvero la pecora nera
che fa la differenza, che sicurezza interiore pensiamo di poter avere? Forse, quella di una foglia che
inverdisce con la bella stagione ma che con i primi colpi di vento appassisce e cade a terra nel
dimenticatoio generale. La soluzione per la salvezza è in contro tendenza, bisogna soffrire in questa
complessa società contemporanea per riappropriarsi degli antichi valori e quindi degli attributi che
scadono per la maggiore altrimenti si è semplicemente un numero da laboratorio destinato ad auto
flagellarsi alle prime avversità.

Le instabilità interiori degli adulti si verificano soprattutto nei rapporti interpersonali, non si dà valore all’amore e lo si vive come un piatto prelibato da consumare e da sostituire appena stanca, perché l’offerta è facile ed alla portata di chiunque; come le persone fossero degli oggetti da acquistare seguendo il modello consumistico del business: acquisto, uso, consumo e riciclo. Le poche volte che nasce un sentimento pulito, come dei teenager, quando termina la favola subentra una frustrazione apocalittica che blocca molti in un limbo.
Quando la realtà è che la vita ci presenta delle prove da superare per fortificarci, nella coscienza che
ci saranno tante persone di passaggio nella nostra esistenza che ci daranno lezioni di vita e poche
che si fermeranno, forse per sempre ma questo dipende dalla volontà personale di uscire dal tunnel,
sempre più sicuri di noi stessi e con la volontà di essere autentici e con la voglia di dare e non solo pretendere.

I casi più estremi portano alcuni individui a non saper proprio relazionarsi con l’altro sesso e a vivere una vita solitaria a causa di un’innata paura di svelarsi o di soffrire, ma la vita è una e con tutti i rischi che ci comporta è bella proprio per questo e perchè viverla solamente a metà?
Arrivare alla fine del viaggio per aver solo tentato una blanda sopravvivenza, forse, creerà il peggiore dei nostri rimpianti.
I giovani sono coloro, che nonostante la “golden age”, subiscono di più questo clima di insicurezza;
senza un’educazione adeguata e con i genitori che, coinvolti nella corsa al mantenimento di un comparto famigliare e perciò poco presenti, crescono una prole concentrata nel magnifico e luccicante mondo social usato sicuramente nel modo sbagliato e quindi degenerativo. Le problematiche adolescenziali odierne passano dalle nevrosi di varia natura, al bullismo o cyber bullismo, per poi cedere inesorabilmente alla crescita numerica dei suicidi dettati da motivazioni alquanto banali viste da fuori ma che sono l’inferno per queste ingenue creature.
La ricerca di una propria unicità pensante che stacca dal team e si esalta di valori è l’unica modalità
per poter vivere veramente la propria esistenza e trasmettere poi, questo modello virtuoso ai nostri
figli; senza un’evoluzione dal basso non si potrà mai pensare in grande.