Al “Berto” di Marano tanto nervosismo e poco spettacolo

Vento e pioggia la fanno da padrone nel big match di giornata tra capolista e inseguitrice.

 

Marano-Pordenone 0-0

 

Marano (4-2-3-1): Gava; Albertini, Garbini, Ballarin, Veronese; Cunico, Tait; Roveretto (38’st Sottovia), Rondon (27’st Pozza), Assane. A disp. Cristofoli, Escudero, Dal Dosso, Gattoni, Tuniz, Beccaro, Sene Pape. All. Cunico

 

Pordenone (4-3-3): Careri; Migliorini , Niccoli, Ruopolo, Chimento; Buratto, Nichele (9’st Mateos), Mattielig (41’st Dionisi); Bearzotti, Zubin, Zanardo (20’st Oliveira). A disp. Capra, Fornasier, Casella, Pavan, Novati, Maccan. All.  Parlato

 

Arbitro: Luca Massimi di Termoli (Andrea Bologna e Carmine Graziano).

Note: oltre un migliaio di spettatori e terreno in buone condizioni nonostante la pioggia. Ammoniti: Tait, Ferretti, Ruopolo e Nichele. Recuperi: 2′ e 4′.

 

Cronaca della partita:

 

Pareggio giusto davanti alle telecamere di RaiSport tra Marano e Pordenone al termine di una partita a tratti vibrante, spigolosa (ma solo qualche volta cattiva) e avara di emozioni. Troppo atteso questo match, lo si è capito soprattutto nel dopo partita, quando i dirigenti delle due squadre hanno offerto un brutto spettacolo, rinfacciandosi di tutto e di più. È volato anche qualche insulto. La scintilla? Un cancello di accesso agli spogliatoi che sarebbe stato chiuso dall’addetto allo stadio in faccia ad alcuni rappresentanti del Pordenone (ma ce ne erano anche altri del Marano). Da lì l’occasione per una serie infinita di polemiche da parte friulana con le solite accuse verso i vicentini di aver “ammorbidito” in modo illecito la resistenza delle altre compagini del campionato, specie quando sono stati visti apparire i dirigenti della Sacilese. Poi, in zona spogliatoi, sono arrivate le rimostranze nei confronti del presidente Rino Dalle Rive, che – secondo gli stessi dirigenti ospiti – non avrebbe ricambiato l’accoglienza che i pordenonesi avevano riservato all’andata alla dirigenza vicentina. Insomma vecchie ruggini a iosa, tanto che dal pomeriggio al “Berto” si esce con la sgradevole sensazione (per non dire certezza) che qualunque cosa fosse successa sul terreno di gioco, sarebbe comunque finita così. La classica resa dei conti, insomma. Una catena che qualcuno avrebbe dovuto spezzare prima: lo stesso Dalle Rive, avendo recentemente ripetuto più volte che un bacino d’utenza come quello del Pordenone ha un peso decisamente superiore a quello Marano, non ha contribuito sgonfiare la tensione. Più bravi nella circostanza i ventidue in campo, che se le sono date di santa ragione ma non hanno trasformato la partita in una rissa. Con i presupposti che c’erano, non era facile. Partita comunque non divertente, troppo tattica, carica di troppi significati (e qui il mea culpa lo devono fare sia gli ambienti delle due squadre che la stampa). Sicuramente migliore lo spettacolo offerto dalle due tifoserie, che hanno regalato colore e rumore ad un pomeriggio piovoso. Oltre un migliaio di spettatori al “Berto” nonostante il tempaccio e la diretta televisiva. Roba da Lega Pro più che da dilettanti. É stata anche l’occasione per avere la conferma che tra i sostenitori delle due squadre non corre buon sangue e quindi da una parte e dall’altra sono partiti cori offensivi. Niente di straordinario, comunque. I pordenonesi tra l’altro hanno ricevuto appoggio dai tifosi del Delta Porto Tolle. Giusto soffermarsi lungamente sul contorno della partita un po’ perché l’occasione lo richiedeva, un po’ per dovere di cronaca e infine perché di occasioni sul taccuino ce ne sono state davvero poche da annotare. Appena un paio di conclusioni di Ferretti verso la porta di Careri (un destro fuori di poco e un sinistro respinto dal portiere neroverde). Tutto succede nei primi cinque minuti della ripresa: al 3′ quando Zanardo ha sui piedi l’unica vera grande palla gol della partita – da liscio, l’unico, della retroguardia bianconera- ma si fa respingere la conclusione ravvicinata da un reattivo Gava. Due minuti dopo Roveretto è lanciato a campo aperto verso Careri, ma incredibilmente il direttore di gara ferma il gioco per ammonire un pordenonese penalizzando così in modo clamoroso i bianconeri. Errore gravissimo, roba da partitella tra scapoli e ammogliati. Un sospiro di sollievo per parte, poi più nulla fino al novantesimo. Alla fine sono contenti tutti: esultano i giocatori di casa (il più entusiasta è Ballarin, che ha annullato Zubin), mentre il Pordenone rimane in corsa ed è la prima formazione ad aver portato via un punto dal “Berto” in questo torneo. Nel post-gara il gioco delle parti continua nei commenti dei tecnici: da una parte Cunico ricorda che quello di Roveretto è stato il terzo torto subito dal Marano contro il Pordenone in tre partite, mentre Parlato “sorvola” sull’episodio. Entrambi comunque sono soddisfatti: “Partita interpretata in maniera perfetta – dice l’allenatore vicentino – Abbiamo ancora cinque punti di vantaggio, non abbiamo risolto niente, dobbiamo continuare così. L’arbitro mi ha chiesto scusa per il suo errore. Ma è possibile succeda sempre contro il Pordenone?!”. Mister Parlato sottolinea l’occasione di Zanardo: “L’unica vera del match e l’abbiamo avuta noi. Era importante non perdere, il Marano ha avuto la prova che siamo fatti di pasta dura e non molliamo”.