Vicenza Calcio, le parole del Direttore Tesoro dopo la retrocessione

Semplicemente DISASTROSA! Questo è il riassunto, in una sola parola, della stagione 2016/2017 del Vicenza Calcio che in pochi mesi ha dilapidato un patrimonio della città.  Due ripescaggi negli ultimi 5 anni sono un lontano ricordo e, a inizio stagione, era impensabile poter rivivere un dramma sportivo di quella portata. Ebbene, è andata ancora peggio. Una rosa che sulla carta sembrava poter centrare in totale tranquillità la salvezza e invece errori su errori hanno portato alla caduta libera culminata con la retrocessione in Lega Pro.

Stagione dunque paradossale come la situazione che si è delineata dopo la sconfitta di Cittadella con una retrocessione che, per onor della cronaca, non è ancora matematica per effetto solo della differenza reti. Il Trapani che precede il Vicenza in classifica ha una differenza reti maggiore di 9 unità.

Il punto della situazione lo ha fatto oggi il DS Antonio Tesoro, l’unico a metterci la faccia (forse l’unico a non poter esimersi) con parole dure su quanto accaduto quest’anno. Ecco le sue dichiarazioni.

 

Sono molto dispiaciuto per l’esito della stagione, le premesse erano già state negative dall’inizio e c’è tanto rammarico perché questa è una piazza importante e non siamo riusciti ad onorarla come era giusto fare. Anzi, con tante prestazioni l’abbiamo disonorata. E’ giusto prendersi delle responsabilità e per quel che mi riguarda sono venuto qui a prendermele. Le parole di Dalla Vecchia? Sono il direttore sportivo, ho scelto dei giocatori e mi prendo la responsabilità. Se fosse stato come ha detto Stelvio Dalla Vecchia, avrei sbagliato comunque perché sarei dovuto andare via. In una maniera o nell’altra non c’è da attaccarsi a nulla. Ebagua? Ha fatto 20 partite alla Pro Vercelli, tutt’altro che infortunato. Ha avuto un’infiammazione nel mese di ottobre, è venuto da noi il 9 gennaio e non ha mai saltato un allenamento, risultando il migliore nelle prime tre partite. Questa pubalgia non era diagnosticabile. Il ragazzo giovedì scorso mi ha confermato piangendo che lui stava benissimo quando è arrivato, tranne poco prima della partita con la Salernitana, quando si è sentito male. Il mercato? Sul mercato estivo si potevano fare delle valutazioni differenti, anche se le valutazioni maggiori le abbiamo sbagliate sui calciatori che avevamo qui. Come nel caso di Galano e Raicevic. A gennaio, invece, abbiamo dato via Raicevic che ha fatto peggio di quanto fatto qui a Bari. E abbiamo preso Ebagua, che ha fatto meglio di lui. Abbiamo dato via Galano che invece a Bari ha fatto bene, ma abbiamo preso De Luca che ha dato un contributo superiore. Ultima operazione è stato Smith in uscita e Gucher al suo posto. Poi nei numeri, probabilmente, ci è mancato un altro attaccante. Rolando Bianchi? Bisoli lo voleva a febbraio e Rolando Bianchi era disposto a venire a Vicenza. E non era economicamente proibitivo. Rolando Bianchi, prima di andare alla Pro Vercelli, il Presidente si informò e gli diedero un feedback totalmente negativo. Alla luce dei fatti, è stato sbagliato. Si poteva fare tutto molto meglio, ma il calcio è fatto di dinamiche. Alcune funzionano, altre sono state devastanti. L’anno scorso le dinamiche furono positive, quest’anno dall’inizio non lo sono state. A cominciare dal primo giorno di ritiro. Abbiamo avuto chissà quanti infortuni in quel ritiro, Esposito e Zaccardo sono arrivati il 31 agosto e ci sono voluti due mesi per metterli in piedi. Il ritiro era già stato fissato con delle amichevoli impegnative, ma probabilmente lo staff non è stato in grado di adattare i carichi di lavoro con quegli impegni. Fabinho? Non pervenuto. Quando è arrivato, sia io che l’allenatore avevamo dato esito ampiamente positivo al suo arrivo, facemmo delle visite approfondite, anche alle vene. Ma se supera le visite mediche e, purtroppo non è mai stato, non ho la presunzione di essere dottore. Brighenti? La sua vicenda non ci ha fatto bene, è stato un altro episodio negativo. Poi ci fu il caso di Raicevic. D’Elia che voleva andare in Serie A, non perché stava male a Vicenza e aveva la valigia in mano. Galano voleva andare via. Tempi di mercato non consoni. E sono sbagli che paghi. La scelta dei tre allenatori? La squadra non era dell’avviso del ritorno di Lerda. Se non era giusto ad ottobre, era così anche ad aprile. Altrimenti non si cambiava. La squadra? Mancava la personalità e scarsissimo attaccamento. So di sicuro che quando questa squadra ha provato a giocare a calcio ce l’abbiamo fatta. Ma non siamo stati fortunati e la fortuna aiuta gli audaci. E noi non siamo stati audaci. Il futuro? Penso che non sia io la persona che deve parlare. C’è una finanziara che detiene le quote del Vicenza, stabiliranno il da farsi e poi saranno loro a comunicare. Ad oggi non vedo segnali di allarmismo o di abbandono. Ma è quello che percepisco io. Il mio futuro? Io sto male, non è il momento di parlarne. Quando si retrocede le persone che hanno causato la retrocessione possono essere quelle giuste. La voglia di rivalsa alberga in ognuno di noi, però penso che la gente abbia bisogno di avere fiducia. E non so quanta fiducia possono avere su un gruppo appena retrocesso. Sono stati giorni brutti. Questa comunque è la piazza più bella di Serie B, per i tifosi e la storia. Mi sarei tagliato una mano per far bene qui, purtroppo non ci siamo riusciti. Ma la verità è che abbiamo fatto 41 punti e siamo terz’ultimi“.