“Vaxxed”, il documentario antivaccino che sta dividendo l’opinione pubblica

E’ uno di quei temi dove non c’è un “giusto o sbagliato”. Da sempre l’argomento vaccini ha diviso l’opinione pubblica, facendo sfociare animate discussioni tra diversi interlocutori. Figuriamoci se un intero documentario è incentrato proprio sulle cure vaccine contro malattie ancora oggi pericolose per l’essere umano.

Sarà proiettato a Padova domani, 5 aprile alle ore 21, il documentario “Vaxxed” al Porto Astra di via Santa Maria Assunta con il Patrocinio del Comune.

Il discusso film, affronta il delicato problema delle vaccinazioni e si interroga sui presunti legami tra vaccini e autismo. Nel corso della serata Incontro con il pubblico e dibattito sul tema: “Libertà di scelta terapeutica, caccia alle streghe e tutela della salute”.
Saranno presenti ed interverranno: il Prof. Ivano Spano (Docente all’Università di Padova, sociologo e Responsabile della Società Italiana Medicina Psicosomatica di Padova), i medici Dott. Paolo Rossaro, Dott. Paolo Girotto, Dott. Massimo Presacco e Ferdinando Donolato (presidente Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni).

Non si fa attendere la dura la reazione dell’Assessore regionale alla sanità Luca Coletto alla notizia che domani, a Padova, sarà proiettato il documentario antivaccinista “Vaxxed” e commenta: “la proiezione di quel documentario non è un’iniziativa di libertà, ma uno sfregio al buon senso e una sfida alla Regione che ha avuto il coraggio di confermare il non obbligo vaccinale, sostituendolo con una seria e capillare informazione alle famiglie che sta dando risultati importanti, con le adesioni al vaccino in crescita per tutte le tipologie e al 92,6% per il temuto e pericoloso morbillo. Invito tutti a non andarlo a vedere”.

E’ assurdo – commenta Coletto. Tutto il sistema sanitario veneto da anni sta facendo un faticoso e capillare lavoro d’informazione per favorire l’adesione consapevole e informata delle famiglie, poi arriva questo documentario, peraltro già bocciato da Parlamento Europeo, Senato italiano e Ministero della Salute, con il rischio di farci fare pericolosi passi indietro perché, purtroppo, gli allarmi fanno molto più rumore, e male, delle informazioni”.

Mentre spero che il buon senso prevalga e la proiezione venga annullata o, in subordine, che la gente scelga qualcosa di diverso come passatempo – conclude Coletto – dedico a Vaxxed i risultati dell’ultimo Report sull’andamento vaccinale in Veneto che, mai come in questo caso, è bene ricordare”.

SINTESI REPORT VACCINI VENETO 2016

Mentre in Italia è ancora “allarme morbillo”, con un aumento del 230% dei casi da gennaio 2017, la situazione in Veneto è al momento sotto controllo ed è continuamente monitorata, con un numero di casi che al momento non suscita allarme. Non solo, ma le coperture vaccinali sono in significativo aumento. Per il morbillo, in particolare, è stata fatta una rilevazione mirata alla valutazione di tutta la popolazione compresa tra i 2 ed i 18 anni, con un risultato di copertura vaccinale pari al 92,6%; tale fascia d’età consente di valutare appieno una buona protezione da questa malattia. Rilevante è l’aumento per l’ultimo anno osservato, quello dei nati nel 2014, che tocca l’89,2% con un aumento di due punti rispetto al precedente rilevamento.

In significativo aumento, tra i tanti, anche il vaccino antipolio, che ha raggiunto, sempre considerando la popolazione tra 2 e 18 anni, una copertura al 95,7% per la prima dose e al 94,5% per la seconda.

In evidente calo, secondo il report, sono anche i dinieghi a vaccinare i propri figli, scesi in un breve periodo dal 6,4% a 5,1%.

Prendendo in considerazione altri vaccini tra i più conosciuti, quelli per la difterite e polio risultano avere una copertura del 92%; per il tetano 92,4; per la pertosse 92%; per l’epatite B il 91,4%; per l’hib (haemophilus influenzae) il 91,2%.

Nelle nuove schede ministeriali di rilevazione sono state inserite anche nuovi tipi di coperture: in Veneto, quella per la parotite è all’89%; per la rosolia all’89,1%; per la varicella all’86,8%; per il meningococco C al 91,7%; per lo pneumococco (ciclo completo) all’85,5%.

Bene anche la valutazione per il temuto papilloma virus, causa del tumore della cervice dell’utero: a fine 2016, per le ragazze nate tra il 1996 ed il 2004 (200.323 ragazze), risultano una copertura pari al 79,8% per la prima dose e del 76,1% per il ciclo completo.

Molto rilevante è infine l’adesione alla vaccinazione papilloma virus dei maschi, che ha visto il primo gruppo chiamato attivamente (nati nel 2004) raggiungere una copertura del 62,7% per la prima dose ed un completamento del ciclo vaccinale già del 53,5%.