Scuola, Governo non impugna legge veneta. Ma arriva lo stop della ministra Fedeli

“E’ un obiettivo riconoscimento alla nostra capacità di fare buone leggi, di scriverle bene e di saper esercitare bene le prerogative regionali nell’ambito delle competenze che la Costituzione ci affida. La rinuncia all’impugnativa della legge vale come una promozione a pieni voti”. Era stato questo il commento a caldo del presidente della Regione Veneto Luca Zaia alla notizia che il Consiglio dei Ministri aveva rinunciato ad impugnare la legge regionale sul sistema scolastico e formativo.

Solo poche ore dopo, però, è arrivato lo stop della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. “Il governatore Zaia sa bene che la legge sull’istruzione del Veneto va modificata perché presenta profili di illegittimità costituzionale e se oggi il Consiglio dei Ministri non l’ha impugnata è solo perché lo stesso Zaia si è formalmente impegnato con una lettera inviata a me e al Ministro per gli Affari regionali ad apportare le modifiche richieste dal Miur”.

I problemi di legittimità costituzionale riguardano la violazione delle competenze legislative statali in materia di istruzione in particolare per: l’istituzione di una anagrafe regionale degli studenti non coordinata con quella nazionale; la durata dei percorsi della scuola secondaria di secondo grado, che a livello nazionale è quinquennale, mentre la legge regionale indica la durata triennale e quadriennale; la determinazione dei criteri di certificazione dei titoli e dei crediti per i passaggi all’interno della formazione professionale e fra questa e il sistema di istruzione; la definizione, a livello regionale, degli obiettivi di competenza linguistica straniera da raggiungere a conclusione dei cicli; la valutazione del sistema scolastico regionale.

“Sono tutti punti su cui la Regione Veneto ha detto che interverrà con le modifiche richieste dal Ministero – conclude Fedeli -. C’è agli atti la lettera firmata da Zaia. Ora è necessario che a ciò venga dato seguito così com’è sancito dalla Costituzione, che è chiara sui ruoli di Stato e Regioni in materia di istruzione. Da Zaia ci aspettiamo serietà e coerenza: per rispetto della funzione che ricopre, dei membri del Consiglio regionale, dei cittadini del Veneto”.