“Combattere l’aumento di morti sul lavoro riducendo medici e tecnici a disposizione degli Spisal è una strada indubbiamente originale, ma non è certo quella giusta. Ecco un altro effetto, drammaticamente negativo, dell’accorpamento delle Ulss inserito nella riforma sanitaria voluta da Zaia e dalla sua maggioranza”. L’amaro commento è di Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Partito Democratico che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sottoscritta anche dai colleghi Bruno Pigozzo, Orietta Salemi, Francesca Zottis e da Cristina Guarda della Lista AMP chiedendo chiarimenti sugli organici di Medicina del lavoro e sui loro numeri, pre e post riforma della sanità. “Quella delle morti bianche è una piaga che non riusciamo a combattere in maniera adeguata. Secondo i dati Inail – ricorda Zanoni – nel 2017 in Veneto ci sono state due vittime sul lavoro ogni cinque giorni e 64mila infortuni complessivi, ma il trend è purtroppo in crescita. Nella Marca trevigiana, per esempio, dopo gli undici morti dello scorso anno, siamo già a otto in meno di tre mesi. Una cifra insopportabilmente alta. Le istituzioni, nell’ambito delle proprie competenze, devono agire in maniera adeguata, ma il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro non sembra rappresentare ancora una priorità dell’azione regionale. Eppure in Consiglio sono state approvate due mozioni in merito, chiedendo anche un rafforzamento degli organici in dotazione agli Spisal, mentre un’altra interrogazione del Partito Democratico è ancora senza risposta”.
Il Consigliere dem rilancia l’allarme dello Spisal trevigiano in tema di prevenzione: “Con l’unificazione delle tre Ulss i medici del lavoro sono passati da otto a quattro e anche i tecnici incaricati dei controlli sono troppo pochi. A dirlo è la stessa Azienda sociosanitaria, come riportato dalla stampa. Se vogliamo fare controlli più accurati ed efficienti, come previsto tra l’altro dai nuovi Lea, servono risorse adeguate. È, ancora una volta, una questione di priorità”.