Stop al Fondo Immobiliare, per Confcommercio “freno alle ambizioni turistiche di Vicenza”

Lo stop al Fondo Immobiliare è anche un forte freno alle ambizioni turistiche di Vicenza e conseguentemente, alle prospettive di crescita su un fronte importante per il sistema economico cittadino. E’ l’analisi di Confcommercio Vicenza dopo che il sindaco Achille Variati ha espresso l’intenzione di bloccare il maxi-piano immobiliare da circa 80milioni di euro, nonostante il parere favorevole delle categorie economiche e della Camera di Commercio. “Qui non ci si limita a fermare un progetto importante per l’assetto futuro della città: si mette un’ipoteca negativa anche sullo sviluppo turistico del Capoluogo” afferma Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio provinciale.

Vicenza, si sa, è caratterizzata da un turismo “mordi e fuggi” ed uno dei limiti del suo appeal è anche la mancanza di un grande albergo di lusso, “a cui l’ipotesi di una struttura ricettiva d’eccellenza al posto del Palazzo degli uffici comunali può dare concreta risposta – è l’opinione di Sergio Rebecca . Un hotel di questo tipo farebbe certamente capo ad una catena alberghiera di respiro internazionale in grado di garantire anche opportune azioni di incoming. Ciò porterebbe un notevole beneficio in termini di visibilità”. Ma l’operazione Fondo Immobiliare, per il presidente Rebecca, permetterebbe di ottenere altri risultati: “Prima di tutto potremmo presentare ai turisti il volto di una città dinamica e innovativa: solo così si riesce a capitalizzare i grandi flussi garantiti dalle mostre in Basilica. In tal senso, ad esempio, – continua –  i Giardini Salvi, con la pregevole loggia Valmarana e la ex Fiera, sono luoghi ideali per insediare una ristorazione di qualità, valorizzando quello che è oggi un altro dei “buchi neri” del nostro centro storico”. E poi creare nell’ex tribunale un maxi parcheggio, come richiesto dalle attività del centro, “è una soluzione – sottolinea Sergio Rebecca – che migliorerebbe di gran lunga l’accessibilità agli straordinari “magnet” turistici di Vicenza, favorendo l’arrivo dei visitatori e risolvendo anche il problema della provvisorietà del parcheggio a Santa Corona”.

Per il presidente di Confcommercio Vicenza i dubbi le motivazioni politiche che stanno portando a bloccare il progetto appaiono quanto meno improprie: “Il Fondo Immobiliare – si chiede Rebecca – sarebbe un’operazione che condiziona la città per anni? Mi pare ben più grave lasciare tutto com’è, sapendo che la manutenzione di quei palazzi comporterebbe spese insostenibili; senza contare i costi indiretti di una scelta che ci consegna una città di “contenitori vuoti” a rischio degrado”. E poi c’è quell’epiteto di “finanza creativa” che circola tra gli esponenti politici, su cui il presidente Rebecca ha la sua opinione: “Visti gli interlocutori di altissimo livello coinvolti, a cominciare da Invimit, vale a dire il Ministero dell’Economia, mi pare chiaro che ciascuna scelta sarebbe destinata a passare sotto una lente d’ingrandimento affidabile”.

Insomma, per Sergio Rebecca “ci sono tutte le condizioni per un’assunzione di responsabilità da parte dell’Amministrazione, coscienti che “ogni lasciata è persa” e che in questo caso non si tratta di decidere in merito a qualche palazzo, bensì sul futuro della città tutta”.

2 Responses to “Stop al Fondo Immobiliare, per Confcommercio “freno alle ambizioni turistiche di Vicenza””

  1. alelavarra ha detto:

    “Un hotel di questo tipo farebbe certamente capo ad una catena alberghiera di respiro internazionale in grado di garantire anche opportune azioni di incoming” Quindi Rebecca ammette che Vicenza non ha appeal turistico e si aspetta che sia l’albergo a colmare questa mancanza… Io credo sia il contrario, in una città di interesse turistico gli albergatori investono e non dove gli albergatori investono la città diventa di interesse turistico! Si fanno sempre le cose a rovescio pur di costruire. Politica palazzinara anni 80

    • Andrea Fasulo ha detto:

      Sul tema della città fatta di “contenitori vuoti” il presidente di Confcommercio non ha tutti i torti. Sarebbe giusto valorizzare grandi edifici che attualmente risultano improduttivi, creando anche valore per le casse comunali. Sul tema della mancanza di un’offerta di ristorazione anche (da questo punto di vista il centro di Vicenza è davvero misero). Però lei ha ragione, non è dalle strutture che bisogna partire ma dalla creazione di un appeal che attiri ristoratori e commercianti ad investire.
      PS. Mi pare che il tema dei costi esorbitanti degli affitti in centro (che scoraggia chiunque, a parte le grandi catene internazionali, ad aprire nuove attività) non sia nell’agenda politica.