In arrivo a Bassano la nuova rete 5G, l’assessore Viero chiede chiarimenti

Con il termine 5G si indicano tecnologie e standard di nuova generazione per la comunicazione mobile. Questa “quinta generazione”, che segue le precedenti 2G, 3G e 4G, è quindi la tecnologia di connessione che utilizzeranno i nostri smartphone, ma anche e soprattutto i tanti oggetti connessi intorno a noi, destinati a essere sempre più numerosi (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi…). Una delle caratteristiche principali di questa rete è, infatti, proprio quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta molto rapidi.

Non si tratta, inoltre, della semplice evoluzione dell’attuale rete 4G, perché ha caratteristiche tecniche completamente diverse, non solo per la quantità di banda più ampia e per la velocità; si tratta proprio di un modo diverso di gestire le comunicazioni e la copertura, con frequenzeantenne e tecniche di trasmissione dei dati differenti rispetto al passato.

Purtroppo in tema di salute c’è ancora tanta confusione e la popolazione è letteralmente spaccata in due tra chi crede che la nuova 5G sia dannosa alla salute e chi, invece, ne vede dei vantaggi che cambieranno positivamente il nostro futuro.

E proprio per questo motivo, Andrea Viero, assessore all’Ambiente di Bassano ha inviato una richiesta di chiarimenti in merito all’impatto che le  nuove tecnologie 5G possono avere sulla salute e la sicurezza dei cittadini,  a Provincia di Vicenza, Arpav e Ulss 7 Pedemontana.

«Anche se in materia di elettromagnetismo la normativa italiana è tra le più cautelative in Europa – scrive Viero – come amministratore in contatto quotidiano con il cittadino sento l’esigenza di stabilire un dialogo costruttivo con gli Enti preposti per poter addivenire ad un processo decisionale aperto, coerente e corretto nelle scelte di indirizzo che devono proteggere la salute e la sicurezza della popolazione in questa delicata e specialistica questione».
Le sempre più numerose domande di autorizzazione degli operatori economici del settore di installazione di impianti a tecnologia di rete mobile 5G e le sempre più frequenti segnalazioni di cittadini, nonché alcune iniziative autonome di amministrazioni locali, hanno indotto l’assessore all’Ambiente del comune di Bassano a chiedere alle 3 autorità, ciascuna per quanto di propria competenza, chiarimenti ed informazioni sui possibili rischi che potrebbe comportare per la salute pubblica questa nuova tecnologia, semmai ce ne fossero visto che allo stato attuale non ancora operativa.

Tra l’altro Altroconsumo ha eseguito alcuni test che negherebbero danni alla salute: “Abbiamo fatto le prime prove sul campo: la rete è ancora instabile, ma come funzionerà e quali i pro e i contro che potrebbe comportare in futuro? Tanti i timori sui pericoli per la salute, persino rispetto a una sua possibile correlazione con la diffusione del coronavirus: ma non fatevi allarmare da tutto ciò che si sente dire. Abbiamo analizzato gli studi più citati a riguardo e al momento escludiamo qualsiasi pericolo alle persone.

La lettera dell’assessore Viero è stata inviata, per conoscenza, anche altri altri comuni dell’Ulss 7. L’intenzione di Viero, infatti, è quella di arrivare a stabilire sul tema una linea comune in tutto il Bassanese anche promuovendo incontri fra gli Enti coinvolti e altre Amministrazioni locali.

10 Responses to “In arrivo a Bassano la nuova rete 5G, l’assessore Viero chiede chiarimenti”

  1. Claudio Zan. ha detto:

    È d’obligo chiedere i certificati dei test eseguiti sulla inoquità del 5G

  2. Giuseppe Stopiglia ha detto:

    Vi chiedo di non procedere all’installazione delle strutture per l’utilizzo della tecnologia 5G a Bassano del Grappa e tutelare così la salute di tutti i cittadini.
    La salute è il nostro bene più prezioso. Non possiamo scambiarla con una maggiore efficienza tecnologica.
    Con tutto il cuore vi chiedo di mantenere il nostro territorio libero da tale pesante inquinamento elettromagnetico.
    Grazie.
    Un cordiale saluto,
    Giuseppe Stopiglia

  3. Anonimo ha detto:

    Beh, se sarà installato il 5g a Bassano, di sicuro non ci metterò mai più piede!!!

  4. federica ha detto:

    Assessore Viero,
    Le informazioni sul come staremo con il 5G sopra la testa che ci brucerà i neuroni lo chieda ai docenti, medici, biologhi della libera informazione che da anni studiano le reazioni del sistema immunitario e combattono di fronte a tutti gli interessi economici.
    Non ci bastano le forme tumorali che ci sono? L’aumento di malattie genetiche? I bambini autistici che sono aumentati nel giro di 10 anni? Tutto questo per cosa? Per accelerare le informazioni, gli scambi, gli interventi?
    Ma allora non avete capito NULLA di questo stop imposto in questi mesi!!
    Basta campi magnetici sopra la testa! Ci mandate tutti in oncologia!

  5. alain ha detto:

    Gentile direttore Enrico Pigato, mi sono preso il disturbo di verificare le fonti di alcune cose che lei dichiara sul suo articolo, in particolare le dichiarazioni di Altroconsumo(fonti certe in quanto ha fato un copia incolla che lei ha abilmente modificato).
    Lei termina il suo articolo asserendo che Altroconsumo ha dichiarato “…abbiamo analizzato gli studi più citati a riguardo e al momento escludiamo qualsiasi pericolo alle persone…”, ma questo non corrisponde a quanto pubblicato da Altroconsumo, che invece dice” AL MOMENTO NON CI SONO DATI CHE PERMETTONO DI ESCLUDERE O CONFERMARE CHE QUESTA NUOVA TECNOLOGIA ABBIA EFFETTI DANNOSI PER LA SALUTE O MENO”. Mi sembrano due dichiarazioni molto diverse.
    In un momento come questo, dove l’assessore sta cercando di fare chiarezza su un tema così delicato che riguarda la salute delle persone, trovo veramente tendenzioso modificare le notizie a favore di una sua tesi personale.
    Per completezza di informazione un giornalista come lei dovrebbe informarsi consultando più fonti e non un solo articolo che trovo personalmente approssimativo.

    Buona serata
    Alain

    • Enrico Pigato ha detto:

      Salve Alan, ho verificato l’articolo pubblicato dalla redazione e le info che si trovano all’interno comprendono dichiarazioni dell’assessore e come controparte ci sono alcune dichiarazioni di altroconsumo. Al momento, però, come si capisce anche dall’articolo non ci siano dati sufficienti per stabilire se vi sia o meno danno alla salute. Del resto stiamo parlando di una nuova tecnologia e quando se ne scoprirà degli effetti negativi, se ce ne saranno, sarà troppo tardi.
      La ringrazio per l’appunto.
      Saluti, Enrico Pigato

  6. Alain ha detto:

    Gentile Sig. Enrico Pigato, mi sono preso la briga di controllare una delle sue fonti, in particolare quella di Altroconsumo(fonte certa, in quanto Lei ha fatto una operazione di copia/incolla, abilmente modificata).
    Lei afferma che Altroconsumo dice “Abbiamo analizzato gli studi più citati a riguardo e al momento escludiamo qualsiasi pericolo alle persone.”, invece il sito afferma questo “..al momento non ci sono dati che permettono di escludere o confermare che questa nuova tecnologia abbia effetti dannosi per la salute o meno(non ci sono risposte chiare e definitive neanche sulle tecnologie precedenti, figuriamoci sul 5G che è ancora agli albori).

    Mi sembrano due dichiarazioni ben diverse.

    Non mi esprimo a favore o controntro questa tecnologia, ma ritengo che applicare il principio di precauzione sia fondamentale.

    Ritengo grave invece, soprattutto in un periodo come questo, delicato dal punto di vista dell’informazione e della salute, che un giornalista scriva articoli tendenziosi inventandosi dichiarazioni prese da altri siti, o modificandole con opinioni personali.
    L’assessore e la cittadinanza hanno bisogno di informazioni corrette.

    Spero che questo mio messaggio che non venga nuovamente oscurato.

    Buon lavoro, e buona giornata.
    Alain

  7. Alain ha detto:

    La ringrazio della risposta.
    Per correttezza di informazione verso i lettori è corretto modoficare il vostro articolo, togliendo quelle che voi riferite come dichiarazioni di Altroconsumo.
    Grazie.

  8. Chiara ha detto:

    L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibili cancerogeni” inserendoli nel gruppo 2B. Il 17 aprile 2019 The Lancet, la rivista scientifica inglese di ambito medico considerata tra le prime cinque al mondo, ha pubblicato “Advisory Group recommendations on priorities for the IARC Monographs” in cui lo IARC ufficializza la rivalutazione della classificazione dell’elettrosmog. Nelle raccomandazioni per il periodo 2020-2024, tra gli agenti con precedenza di valutazione per una rivalutazione della classificazione sulla cancerogenesi, ci sono infatti le “radiazioni non ionizzanti-radiofrequenze”, cioè l’elettrosmog attualmente in classe 2B (possibili agenti cancerogeni). Queste, sulla scorta dei più aggiornati studi, delle evidenze emerse negli ultimi test condotti dall’americano National toxicology program e dall’Istituto Ramazzini, andrebbero in classe 2A (probabili agenti cancerogeni) se non addirittura in classe 1 (cancerogeni certi), mettendo definitivamente il punto sulla controversa pericolosità delle radiofrequenze.

    Il dott. Olle Johansson, neuro scienziato del Karolinska Institute (che assegna il premio Nobel per la fisiologia e la medicina) ha affermato che la prova del danno causato dai campi elettromagnetici a radiofrequenza “è schiacciante”. Il dott. Ronald Powell, un fisico laureato ad Harvard che ha lavorato presso la National Science Foundation e l’Istituto nazionale degli standard e della tecnologia, condivide preoccupazioni simili riguardo al potenziale danno diffuso dalle radiazioni a radiofrequenza.

    Il 1° novembre 2018 il National Toxicology Programamericano ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una «chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore».Il rapporto aggiunge anche che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali». E qui si sta parlando ancora di 2G e 3G, ma ora si vuol introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G.

    Nel marzo 2018, inoltre, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini(Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), che ha considerato esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio statunitense sui telefoni cellulari, riscontrando gli stessi tipi di tumore. Infatti, sono emersi aumenti statisticamente significativi nell’incidenza
    degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi italiani hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio americano: iperplasia delle cellule di Schumann e gliomi maligni (tumori del cervello) alla dose più elevata.

    Sono poi quasi 200gli scienziati indipendenti che, guidati dal Prof. Lenna Lardellar, hanno sottoscritto l’appello internazionale per una moratoria del 5G. E un altro appello ha già raccolto le adesioni di ricercatori, cittadini e organizzazioni di 96 paesi al mondo e mette a disposizione una bibliografia ricchissima, che attesta numerosi rischi biologici da elettrosmog. In Italia, non da ultimo, nel 2018imedici di ISBE Italia hanno chiesto al Governo Conte “un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari e una moratoria per l’esecuzione delle sperimentazioni 5G su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario”.

    Nel 2019 il Comitato Scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Comunità Europea ha quindi affermato che il 5G “evidenzia criticità sconosciute sui problemi di salute e sicurezza. La polemica è in merito ai danni causati dalle attuali tecnologie rielesse 2G, 3G e 4G.” E ancora. “Gli effetti della radiazione elettromagnetica sono stati generalmente ben studiati, tuttavia la radiazione elettromagnetica di bassa frequenza è meno studiata.” E infine: “L’esposizione ai campi elettromagnetici potrebbe influenzare l’uomo rimane un’area controversa e gli studi non hanno fornito prove chiare dell’impatto su mammiferi, uccelli o insetti. La mancanza di prove chiare per informare lo sviluppo delle linee guida sull’esposizione alla tecnologia 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche non intenzionali”».

    Riscontrati gli “effetti nocivi sulla salute umana” il 15 Gennaio 2019 il TAR del Lazio ha così condannato i ministeri di salute, ambiente e pubblica istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa“avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile”, mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale telefonino=cancro anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazione come Swiss Ree Llyoid’s non ne coprono più il danno.

    Il pericolo sanitario del 5G è stato poi debitamente documentato dalla trasmissione televisiva d’inchiesta Report, andata in onda su Rai Tre la sera del 26/11/18, così come un appello con una richiesta di moratoria per il 5G è stato pubblicato sull’edizione nazionale del giornale Il Fatto Quotidiano del 27/11/18 ed è in uno spot radiofonico trasmesso su Radio Popolare oltre che nelle maxi-affissioni installate su alcune città sperimentali 5G. Ampia documentazione medico scientifica sull’imminente pericolo è infine nel libro d’inchiesta del giornalista Maurizio Martucci Manuale di autodifesa per elettro sensibili. Come sopravvivere all’elettrosmog di Smarcatone, Wi-Fi e antenne di telefonia mobile, mentre arrivano il 5G e il Wi-Fi dallo spazio(Terra Nuova Edizioni). Se poi circa 10.000 cittadini da ogni parte d’Italia hanno già firmato una petizione in cui chiedono al Governo italiano di fermare la pericolosa avanzata del 5G, molti altri hanno indirizzato proprio ai Sindaci e ai ministeri competenti una diffida legale in cui si chiede di non adottare il 5G.Non da ultimo, il 7 Febbraio 2019 la Regione Piemonte in una seduta congiunta delle Commissioni Sanità e Ambiente ha esaminato una mozione per il monitoraggio ambientale e sanitario della nuova tecnologia, mentre si contano già sindaci che si sono già dichiarati perplessi se non apertamente contrariati dall’invasione elettromagnetica di quinta generazione.

    Rivendicando l’applicazione del Principio di Precauzione, dal 2018 l’alleanza italiana Stop5gha così lanciato una campagna nazionale chiedendo ad istituzioni e Governo italiano di fermare la sperimentazione 5G; di non innalzare i valori limite nella soglia di legge d’irradiazione elettromagnetica e di minimizzare il rischio sanitario promuovendo uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici. Altresì è stata esplicitamente richiesta alle Commissioni parlamentari permanenti competenti in materia di sanità e telecomunicazioni un’urgente audizione per interessare deputati e senatori del grave e incombente rischio sanitario per l’intera popolazione italiana esposta alle radiofrequenze.
    https://www.alleanzaitalianastop5g.it/

  9. Antonio ha detto:

    Purtroppo l’ andazzo che c’è in Italia è di diffondere solo informazioni di parte, perchè dietro questa tecnologia c’è un business colossale e chi può e sa, vuole ricavarne un grande profitto. Per trovare informazioni obiettive bisogna darsi da fare e compiere qualche ricerca (per fortuna c’è internet). Per chi fosse interessato vi consiglio alcuni video sul blog di Byoblu, oppure su quello di Leonardo Leone, oltre a vari gruppi facebook. Quello che so io è che le frequenze 2-3-4G attualmente presenti sono già considerate come possibili cancerogene dallo IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro)