Pfas, la Procura di Vicenza intende chiudere entro l’anno l’indagine per disastro ambientale

La Procura della repubblica di Vicenza conta di concludere entro l’anno l’indagine per disastro ambientale aperta in relazione all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas) prodotte dallo stabilimento Miteni di Trissino ma che riguarda anche le province di Padova e Verona. Lo ha riferito oggi il procuratore  Antonino Cappelleri, che nel tribunale berico ha incontrato una delegazione delle «mamme no-Pfas», mobilitate sulla vicenda che interessa la provincia berica. Il magistrato – secondo quanto si è appreso – ha riferito ai comitati che la magistratura sta attendendo in particolare il parere dell’Istituto superiore di sanità sulla sussistenza o meno del pericolo per la salute pubblica.

 

Laura Puppato, ex-senatrice PD che da tempo collabora con i comitati NO PFAS, avendo a febbraio organizzato un incontro al Ministero dell’Ambiente si è così espressa in merito.

“Dopo aver brancolato nel buio per un lungo periodo, aver ridimensionato e talvolta negato il grave problema nato con il pervasivo inquinamento dei Pfas, in una vasta area del Vicentino e del Veronese (e in parte anche della provincia di Padova), finalmente oggi la Magistratura vicentina anticipa alle eroiche mamme NO-Pfas la volontà di aprire un fascicolo per indagare sull’operato della Miteni con la più grave accusa prevista dalla legge sugli ecoreati, il disastro ambientale. Credo di poter dire che con la legge sugli ecoreati ovvero la legge 68 del 2015, si è aperto un modus operativo per la magistratura che consente di inquadrare correttamente il problema a livello penale e soprattutto individua modalità di percorso che, nei fatti, impediscono la decadenza del reato. Viene infatti sospesa la prescrizione quando le parti individuano necessità di approfondimento, ascolto di testi, valutazione di ulteriori documenti etc… una garanzia di giustizia per coloro che stanno subendo il danno e in questo caso, peggio, lo hanno subito ignari per anni”.

 

Finalmente le indagini hanno preso la direzione che da tempo si attendeva ed in questa svolta i Carabinieri del Noe hanno avuto il grande merito di colmare ritardi e lacune che fino a questo momento non facevano vedere spiragli positivi per la vicenda Pfas”.

Il commento è della consigliera regionale Cristina Guarda (AMP), alla luce dell’annuncio, fatto dal procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri durante un incontro con le “mamme no Pfas”.
L’esponente vicentina ricorda che:  “la recente legge sui reati ambientali prevede la punibilità non solo di chi si è reso autore materiale dell’inquinamento ma anche chi è responsabile di gravi omissioni. Mi auguro in questo senso che si raggiunga una verità definitiva anche riguardo le responsabilità dell’attuale amministrazione della Miteni. Va spazzato via ogni dubbio, il primo dei quali riguarda l’esistenza o meno di speculazioni economiche fatte sulla pelle dei cittadini e derivanti magari dall’acquisto a prezzo vantaggioso del sito produttivo. Speculazioni che se dovessero rivelarsi reali renderebbero inaccettabile l’impunità di chi le ha commesse”.

 

Comments are closed.