Pfas, nessun pericolo per gli alimenti analizzati. Lo dice l’Istituto Superiore di Sanità, dopo aver presentato oggi a Venezia i risultati del Piano di monitoraggio.
“La presente stima del contributo dei singoli alimenti all’esposizione a Pfos e Pfoa in rapporto agli attuali TDI (limiti cautelativi per l’esposizione cronica ndr.) stabiliti da EFSA (Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma ndr.) non ha messo in evidenza criticità sotto il profilo della sicurezza alimentare. Tale stima verrà perfezionata quando i dati sui consumi alimentari locali, raccolti nel contesto del biomonitoraggio attualmente in corso (sulle persone ndr.) saranno disponibili”.
E’ questo il passaggio chiave delle conclusioni a cui è giunto il Piano di Monitoraggio degli Alimenti in Relazione alla Contaminazione da Sostanze Perfluoroalchiliche (PFAS) in Alcuni Ambiti della Regione del Veneto, realizzato e valutato dall’Istituto Superiore di Sanità, in accordo con la Regione, e in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e l’Arpav, presentato oggi dai tecnici dell’ISS Umberto Agrimi e Paolo Stacchini, alla presenza dell’Assessore alla Sanità della Regione Luca Coletto e dei tecnici regionali dei settori sanità, ambiente e agricoltura.
“L’ISS e tutti i tecnici che hanno prodotto questo imponente studio – ha detto Coletto – hanno fatto un grande lavoro, dotato di rigore scientifico, una metodicità approfondita, e applicata a quello che, è bene ricordare, è il primo caso in Italia nel quale si affronta a 360 gradi la complessissima questione. Gli esiti sono tranquillizzanti – ha commentato – e fanno giustizia degli allarmismi e di qualche fake news che hanno accompagnato l’intera vicenda. La Regione ha affrontato tutto con impegno e trasparenza sin dal primo giorno – ha tenuto a sottolineare – ha fatto investimenti cospicui sulla prevenzione, sulla salute, sugli interventi di filtraggio negli acquedotti, sull’intero aspetto ambientale. Sinora abbiamo utilizzato sole risorse regionali – ha detto – ma proprio oggi ho ricevuto dal Ministero della Salute la notizia di un primo stanziamento di due milioni di euro per la parte delle attività sanitarie. Non è molto, ma è già qualcosa”.
Nel corso della presentazione è stata ufficializzata la notizia che, sulla base dei risultati della ricerca, il Presidente della Regione del Veneto ha emesso un’ordinanza nella quale viene vietato il consumo di pesce pescato nelle acque superficiali in tutti i 21 Comuni della cosiddetta “zona rossa”. Il divieto è in vigore dal 10 novembre e lo resterà per un anno.