“Oltre al danno dell’inquinamento ci manca la beffa dei ricorsi, con cui si allungano tempi per bonifiche e risarcimenti. Ma in ballo c’è la salute dei cittadini”. Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Partito Democratico, ha presentato un’interrogazione, sottoscritta anche dalle colleghe Francesca Zottis (PD) e Cristina Guarda (AMP) “per avere certezze dal punto di vista legale sul caso Pfas, dopo che l’assessore Bottacin in aula ha riferito come la Regione abbia una dozzina di ricorsi in piedi. Sotto qualunque aspetto, sono sempre i numeri a destare preoccupazione. La Dupont ha dovuto risarcire con oltre 600 milioni di dollari i cittadini per l’inquinamento da Pfas nel fiume Ohio e il caso del Veneto è assai simile anche se interessa il triplo di residenti. Tuttavia, stando ai dati di fine 2016 resi noti da Greenpeace, le risorse finanziarie con cui invece Miteni potrebbe far fronte ad eventuali risarcimenti ammonterebbero a soli 6,5 milioni di euro, cifra modesta considerando l’estensione del fenomeno”.
“Avrebbero inquinato – conclude Zanoni – portando all’esasperazione le mamme i cui bambini si ritrovano con i Pfas nel sangue e anziché pagare vanno avanti a suon di ricorsi. Vorrei sapere quanti sono quelli amministrativi, al Tar o al Tribunale superiore delle acque, il loro stato e quale atto della Regione è oggetti di contenzioso. Ma, a quanto pare, ci sarebbero anche cause civili, chiedo quindi alla Giunta di conoscere le motivazioni e l’ammontare delle richieste danni da parte della Miteni. E, ancora, si dica se ci sono contenziosi penali da e nei confronti di soggetti terzi coinvolti e per quali reati. Sarebbe uno scandalo, un vero paradosso se la Miteni, invece di risarcire i cittadini, venisse risarcita avendo già formalizzato tali richieste”.