Pfas, ampliati i confini geografici per le aree a rischio. Potenziati i filtri della centrale idrica di Lonigo

Con una delibera approvata ieri lunedì 21 maggio la Giunta Regionale ha apportato importanti modifiche al “Piano di sorveglianza sulla popolazione esposta a sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)”, varato nel 2016, che prevede un percorso di prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico delle patologie cronico-degenerative potenzialmente associate a PFAS.
Con l’atto approvato ieri sono state ridefinite l’Area di impatto (Area Rossa A e B), l’Area riferita alle captazioni autonome ad uso potabile (Area Arancione) e l’Area di attenzione (Area Gialla), ricomprendendo al loro interno nuovi Comuni o parti di Comuni rispetto a quelli già individuati con la delibera 2133/2016, individuati sulla base dei limiti geografici comunali, ma con un metodo più preciso basato sulla identificazione della rete idrica di distribuzione .
Nella nuova “Area Rossa A” sono compresi: Alonte (VI), Asigliano Veneto (VI), Brendola (VI), Cologna Veneta (VR), Lonigo (VI), Montagnana (PD), Noventa Vicentina (VI), Orgiano (VI-nuovo), Poiana Maggiore (VI), Pressana (VR), Roveredo di Guà (VR), Sarego (VI), Zimella (VR).
Nella nuova “Area Rossa B” sono, invece, ricompresi: una frazione minima del Comune di Agugliaro (VI-nuovo), Albaredo d’Adige (VR), Arcole (VR), Bevilacqua (VR), Bonavigo (VR), parzialmente il Comune di Borgo Veneto (PD-nuovo), Boschi Sant’Anna (VR), parzialmente il Comune di Casale di Scodosia (PD-nuovo), Legnago (VR), una frazione minima del Comune di Lozzo Atestino (PD-nuovo), una frazione minima (Catena) del Comune di Megliadino San Vitale (PD-nuovo), una frazione minima del Comune di Merlara (PD-nuovo), Minerbe (VR), Terrazzo (VR), Urbana (PD), parzialmente il Comune di Val Liona (VI-nuovo), Veronella (VR).

Intanto la Regione ha fatto sapere che la centrale di produzione idrica di Madonna di Lonigo (Vicenza), gestita dalla società Acque Veronesi, e che provvede all’approvvigionamento idrico di comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova, ha potenziato il processo di trattamento dell’acqua potabile con ulteriori 10 filtri carbone attivo (GAC), che vanno ad aggiungersi ai 5 filtri rapidi a sabbia (potenzialità 500 l/s) e ai 10 filtri GAC già attivi per l’abbattimento dei composti PFAS. “Acque Veronesi va ringraziata – ha detto l’assessore veneto all’ambiente Gianpaolo Bottacin – per la velocità con cui i lavori sono stati eseguiti e la chiarezza delle idee. Come Regione ci eravamo attivati fin dall’inizio di questa emergenza e quando l’Istituto Superiore di Sanità ci ha detto di decidere noi i limiti per i PFAS, abbiamo indicato il valore “zero” per la “zona rossa”. Sono state ulteriormente potenziate le azioni di filtraggio che sono ora le più avanzate a livello europeo”.

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