Riparte il progetto che si propone di offrire un’opportunità di lavoro a chi vive una situazione di svantaggio sociale, per condizioni economiche precarie, per età, per difficoltà a mantenere figli e famiglia. A volerlo la Provincia di Vicenza, che conta sull’adesione di 109 Comuni, in rappresentanza del 98% della popolazione vicentina, delle Ulss e delle Conferenze dei Sindaci.
Due gli obiettivi: dare continuità al Patto Sociale per il Lavoro vicentino, operativo dal 2010, e reperire risorse da mettere a disposizione di tutti i Comuni per sviluppare ulteriori iniziative di inclusione sociale. In più, il Patto si propone come cerniera tra il mondo della formazione e quello del lavoro, perché sempre più la domanda e l’offerta parlino lo stesso linguaggio.
L’eredità del Patto Sociale è “pesante”: dal 2010 ha destinato 7,5milioni di euro all’inserimento lavorativo di oltre 7mila persone, circa la metà delle quali ha ottenuto in seguito un lavoro stabile.
Al Patto Territoriale per il Lavoro e l’Inclusione Sociale nel Territorio Vicentino, questo il nome completo, il compito di proseguire su questa strada. Il “come” lo deciderà la Cabina di Regia, eletta qualche giorno fa e composta da 9 amministratori: 4 in rappresentanza delle amministrazioni locali (Rossella Olivo Sindaco di Romano d’Ezzelino, Valter Orsi Sindaco di Schio, Michela Cavalieri Assessore di Vicenza, Alessia Bevilacqua Vicesindaco di Arzignano); 2 per le Conferenze dei Sindaci (Robertino Cappozzo di Lugo e Marilisa Munari di Sovizzo); 2 per le Ulss (Alessandra Corò 3-4 e Rafaella Dal Lago 5-6); un rappresentante della Provincia (Caterina Bazzan). Referente del Patto è stato eletto Valter Orsi, consigliere provinciale con delega al lavoro oltre che Sindaco di Schio.
“L’ampia partecipazione degli enti locali al progetto è segno della sua bontà –commenta Orsi– ma interpreta anche la preoccupazione e il senso di responsabilità dei Sindaci e del territorio di voler dare una risposta seria a tanti disoccupati in situazione di svantaggio. Una risposta che, lo sottolineo, non vuole e non deve essere un sussidio sociale fine a sé stesso, ma un’opportunità. Lavorativa innanzitutto, ma anche di inclusione sociale.”
Non a caso è previsto il principio di condizionalità che, tradotto, significa controprestazione. Prendiamo il caso di un disoccupato privo di titolo di studio: ti garantisco un aiuto se ti iscrivi a scuola o se frequenti corsi di formazione. In questo modo non si risolve solo un problema contingente, ma si pongono le basi per una soluzione a lunga durata.
Domani la prima riunione della cabina di regia, nella sede della Provincia di Vicenza, con all’ordine del giorno la ricostituzione del tavolo tecnico del lavoro vicentino a cui sono chiamati a sedere, oltre che il Patto Territoriale, i sindacati e le associazioni di categoria. Nato con il Patto Sociale, il tavolo che unisce tutti i protagonisti attivi del mondo del lavoro si è subito contraddistinto per la sua unicità, tanto da aver fatto scuola in Veneto e in Italia.
“ Questo Patto Territoriale -conclude Orsi- è un significativo punto fermo da cui partire in un momento di incertezza sul mondo del lavoro: anche in questo caso il territorio dimostra di saper fare squadra per il bene della sua fascia più debole. Il Patto ci permetterà di accedere a finanziamenti regionali, nazionali ed europei. E contiamo di avere al nostro fianco la Fondazione Cariverona, partner economico che ci ha accompagnati fin qui.”