Dal Museo di Bassano alla Galerie Canesso di Parigi, storia di un dipinto d’autore

Da mercoledì 25 novembre uno dei quattro dipinti di Alessandro Magnasco conservati nel Museo civico di Bassano del Grappa è a Parigi. “Il seppellimento di un frate trappista” (primo decennio del XVIII secolo) è infatti esposto nella mostra «Alessandro Magnasco (1667-1749). Gli anni della maturità di un pittore anticonformista» allestita, in rue Laffitte, alla Galerie Canesso fino al 31 gennaio 2016.

Dire che un dipinto è in partenza dalla pinacoteca dei Musei civici di Bassano del Grappa non fa di per sé molta notizia. Un prestito di opere d’arte rientra nel novero dell’ordinaria amministrazione di un Museo e si rivela come significativa conferma della validità delle opere conservate nelle proprie collezioni d’arte entro una strategia di affermazione e di qualificazione anche sul piano internazionale. Ogni anno dalle collezioni civiche bassanesi parte in media una cinquantina di opere – dipinti, disegni, incisioni, ceramiche – chiamate altrove a supportare un racconto di arte e documentare l’attività di un artista; fra le più richieste, ovviamente, le opere di Antonio Canova, Jacopo Dal Ponte e, appunto, i quattro dipinti di Alessandro Magnasco.

È recente, ad esempio, il rientro del più famoso dipinto del Magnasco conservato in pinacoteca “Il refettorio dei frati conventuali”. Impossibile, al termine della grande kermesse dell’Expo milanese, disporre una nuova movimentazione per un’opera frequentemente chiesta in prestito, già partita anche nel 2013, destinazione Budapest, al prestigioso Szépművészeti Múzeum, la famosa galleria nazionale ungherese ricca di preziosi capolavori.

Di medesima firma, di dimensioni molto più contenute, “Il seppellimento di un frate trappista” è opera del Magnasco di altrettanta qualità, pervenuto al Museo civico bassanese nel 1873 nell’ambito dell’importante lascito – 74 dipinti e 607 disegni – disposto da Giuseppe Riva, caso esemplare di collezionista del secondo Ottocento.

L’episodio raffigurato rientra nel tema delle “fraterie”, momenti di vita conventuale frequentemente interpretati dal Magnasco, nell’ambito di un dibattito apertosi all’epoca sul tema del ritorno ad una povertà evangelica nella vita religiosa, tema tornato oggi di viva attualità con papa Francesco.

Il soggetto non sembra di per sé concedere nulla ad una comoda gratificazione estetica e tuttavia un cromatismo orchestrato su una estesa gamma del marrone si esalta, sobriamente ma sapientemente, attorno al candore delle tonache monastiche.

Di questi tempi dire che un dipinto è uscito da un Museo per partire con destinazione Parigi significa anche dare un segnale particolare e forte. Significa ribadire ancora una volta che la cultura è una risorsa vitale e desiderare che tutti, turisti e curiosi, studiosi e studenti, famiglie con i bambini, continuino a visitare i musei e a partecipare alle iniziative culturali.

Dopo Parigi il dipinto sarà trasferito con tutta la mostra a Genova, Palazzo Bianco, dal 25 febbraio al 5 giugno 2016.