Addio ad Ermanno Olmi, bergamasco con il cuore ad Asiago

Asiago piange il suo figlio adottivo più conosciuto. E’ morto a 86 anni, proprio in quell’Altopiano che aveva scelto come sua dimora, il regista Ermanno Olmi.

Il regista bergamasco di nascita ma altopianese di adozione è deceduto la scorsa notte all’ospedale di Asiago. Il suo ricovero è avvenuto tre giorni fa in seguito all’aggravarsi della malattia che l’aveva minato tempo fa. Gli sono stati vicino fino all’ultimo i figli Andrea e Fabio e la moglie Loredana. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata, come desiderava, in linea con una vita piena di affetti e amicizie ma riservata.

Regista autodidatta, pioniere nel campo del documentario, creatore di un linguaggio personale e fuori da ogni schema fin da opere come ”Il tempo si e’ fermato”, ”I recuperanti” e la ”Circostanza”. Sperimentatore che portò per la prima volta al cinema il dialetto come lingua (”L’albero degli zoccoli”, con il quale vinse nel 1977 la Palma d’Oro al Festival di Cannes) e i grandi miti della tradizione cristiana (”Cammina cammina”). Nel 1988 con «La leggenda del santo bevitore», aveva ottenuto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Del 2014 il suo ultimo lungometraggio, “Torneranno i prati”, ambientato proprio sull’Altopiano durante la Prima Guerra Mondiale.

“Con Ermanno Olmi perdiamo un maestro del cinema e un grande esempio di cultura e di vita. Il suo sguardo incantato ci ha raccontato e fatto capire le radici del nostro paese”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

“Il Veneto perde un eccezionale cantore della sua gente e della sua terra”, ha invece commentato in una nota il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Olmi, con la sua cinepresa ha dato volto, voce e colore ai valori più profondi del popolo, a quella religiosità fatta di cose semplici e di esperienza quotidiana lasciandoci in eredità emozioni, sentimenti e riflessioni di intatta e perenne freschezza. Lo voglio ricordare come un vero maestro del cinema e della vita – conclude il presidente – sempre attento e proteso verso i giovani.

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