“Play for Giulio Regeni”, iniziative di sensibilizzazione a Vicenza

Domenica pomeriggio 10 aprile Vicenza si mobilità per chiedere che venga fatta chiarezza sull’omicidio di Giulio Regeni, avvenuto in Egitto a fine gennaio.

Con il patrocinio del Comune di Vicenza, è infatti in programma un evento con musica e parole dal titolo “Play for Giulio” organizzato dalle associazioni Amnesty International Italia (sezione Veneto-Trentino Alto Adige), Anpi Vicenza, Lavoratori in Corso aps, Migrantes Vicenza e Non dalla guerra.

A partire dalle 15, si esibiranno in centro artisti e musicisti di strada, al fine di testimoniare in musica l’importanza del rispetto dei diritti umani e della libertà. Tra gli altri, parteciperanno i Gypsy Thief, Nicolò Apòlloni, Collettivo Orkestrada Circus ed una jam session promossa in collaborazione con il Bocciodromo Jazz Club.

L’evento principale si terrà alle 17, in piazza dei Signori, quando nella Loggia del Capitaniato, il gruppo musicale Piccola Bottega di Baltazar accompagnerà in musica la lettura di alcuni brani. La manifestazione si concluderà con la consegna al vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci dello striscione con scritto “Verità per Giulio Regeni”, che verrà esposto sul balcone della Loggia del Capitaniato.

“Non possiamo per nessuna ragione abbassare la soglia dell’attenzione pubblica su questa storia ed è importante che anche la nostra città faccia sentire la sua voce – dichiara Giacomo Possamai, consigliere comunale delegato alle politiche giovanili del Comune di Vicenza che ha collaborato nell’organizzazione dell’evento -. Non c’è ragion di Stato né relazione internazionale che tenga: un ragazzo che, come tanti di noi, era all’estero per studiare e lavorare è stato torturato e ucciso. Il minimo che possiamo pretendere è la verità su quanto è accaduto”.

“Organizziamo una manifestazione musicale attorno a questa vicenda – spiega Mario Avesani, coordinatore di Play for Giulio – perché quando le persone scendono in piazza per una giusta causa e si trasformano in società, quel momento va celebrato con della musica. Cito a questo proposito Murray Perahia: ‘I musicisti non solo compongono, ma pensano: a me interessa il pensiero che sta dietro la musica’”.

“Quello che è successo a Giulio non è un caso isolato – aggiunge Nicola dalla Pasqua, responsabile Amnesty International Italia – Sezione Veneto Trentino-Alto Adige -. Le parole di Paola Deffendi, mamma di Giulio, mettono il dito nella piaga di un fenomeno purtroppo comune in Egitto. Dai dati di Amnesty International, nel 2015 ci sono state 464 sparizioni forzate e 676 casi di tortura, da agosto 2015 533 casi di sparizioni forzate, di cui di 396 non si sa più

nulla. La ‘legge sulle proteste’, entrata in vigore nel novembre 2013, autorizza le autorità ad arrestare e processare dimostranti pacifici a loro piacimento. In carcere vi sono leader di movimenti giovanili, difensori dei diritti umani e pure bambini. Si può essere imprigionati pure per lo slogan che porti sulla maglietta. Quello di Giulio non è un caso isolato ed è nostro dovere continuare a chiedere una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente. Dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce affinché la famiglia e le persone che gli vogliono bene abbiano giustizia”.