Giovani studenti di Arzignano in gara al Giffoni Film Festival con “Montorso 49”

L’I.C. “G.Parise” di Arzignano, dopo avere vinto il V Concorso “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto” ha partecipato al concorso nazionale Giffoni Film Festival dedicato alle Scuole Secondarie di I grado, con il cortometraggio MONTORSO 49 realizzato dai ragazzi della “A. Beltrame”.

Il progetto è nato con l’idea di far percepire ai ragazzi quale impatto abbia avuto la Prima guerra mondiale in termini di vite, di relazioni, di affetti, anche su un piccolo paese come Montorso Vicentino. In occasione del centenario della Prima guerra mondiale, l’interesse è stato rivolto verso questo grandioso evento non solo per ripercorrerne le memorabili battaglie, per rispolverare gli assetti delle alleanze ma anche per ritrarre le vicende degli uomini comuni, dei semplici soldati nati e cresciuti nelle periferie. Il cortometraggio realizzato, raccontata la storia di uno di quei ragazzi, uno dei tanti contadini ai quali è stato sottratto il diritto a una vita, seppur faticosa, normale.
E’ stato interrogato il territorio dedicando sforzi e ricerche. Protagonisti  ed autori sono partiti dalle interviste ai nonni e, in alcuni fortunati casi, ai bisnonni dei ragazzi della 3BM che hanno offerto le loro testimonianze, principalmente frutto di racconti ‘ereditati’, su quello che ha rappresentato la prima guerra mondiale. Le loro storie erano ricche di riferimenti alle tradizioni gastronomiche (sono stati riscoperti piatti quali le frittelle con l’erba maresina, le composte, la polenta e naturalmente il ‘vin bon’), agli stili di vita, ai modi di vestire, alle condizioni sociali ed economiche, il tutto espresso in maniera efficace dalla loro lingua: il dialetto.
Tramite gli alunni è stato raccolto ed interpretato vario materiale relativo alla prima grande guerra: lettere dal fronte (una delle quali, con qualche aggiustamento, è stata riprodotta nel film), fotografie, oggetti di varia sorta, vestiti, ecc.
Consultando l’archivio parrocchiale sono emersi i nomi dei ‘montorsini’ chiamati alle armi, gli estremi dei deceduti in battaglia e dei dispersi. Tutte queste ricerche hanno portato alla luce fatti finora sconosciuti, come quello di villa “Da Porto” (storica villa di Montorso) dove fu allestito un ospedale da campo che raccoglieva, nelle retrovie, soldati di varie nazionalità.

Non è stato tralasciato lo studio dei libri di storia, di letteratura, la consultazione di internet, la visione di documentari.
La sceneggiatura è nata quindi da una convergenza di informazioni storiche: lette, ascoltate e immaginate. La storia segue le vicissitudini di un ragazzo, Antonio, che come tanti suoi coetanei è costretto, suo malgrado, a lasciare nel febbraio 1917 la famiglia, la fidanzata, la propria terra per andare al fronte. Durante quei mesi terribili nasce una sincera amicizia con due persone speciali: il sergente Lodovico De Grandi e il soldato inglese John Smith. La storia è raccontata da nonna Teresa, figlia di Antonio, al nipote Pietro.

Prima delle riprese è stato individuato nel territorio quei luoghi rimasti immuni ai
cambiamenti se non quelli fisici dovuti al passare del tempo. Infine, dopo aver procurato o prodotto i vestiti, è iniziata l’avventura dei giovani attori.                         La sceneggiatura è opera di Caterina Bastianello, Marco Gaio, Sergio Siviero, il montaggio è stato realizzato da Fabio Veneri, Caterina Bastianello e Marco Gaio, quest’ultimo ha curato anche la regia.

Le votazioni per premiare il miglior cortometraggio si sono chiuse il 31 maggio, ora non resta che attendere l’esito dei risultati, comunque vada, per il lavoro svolto e l’esperienza vissuta, questi ragazzi hanno già vinto.