Mercati finanziari: tante perplessità per il 2017, serve più stabilità

Il 2017 porterà quasi sicuramente due rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca centrale americana. E sarà un altro anno in cui gli Stati Uniti cresceranno decisamente più dell’Europa. Detto questo, dal nuovo anno non c’è da aspettarsi niente di particolarmente eclatante, per motivi sia economici che politici.

Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS Italia, è intervenuto in Confindustria a Vicenza a un incontro dedicato ai mercati finanziari nel 2017 “tra banchieri centrali e mega trends”  e ha portato la visione del suo istituto. Ramenghi ha fatto il punto sulla situazione e le prospettive dei mercati finanziari e sulle macrotendenze che caratterizzeranno gli scenari del mondo della finanza nel 2017.

A lanciare le domande pressanti che arrivano dalle aziende ci ha pensato Mirko Bragagnolo, delegato finanza di Confindustria Vicenza e presidente del Comitato Piccola Impresa.

“La Banca Centrale Europea sta garantendo liquidità al sistema e sta tenendo bassi i tassi di interesse: ma questo proseguirà nel 2017? Forse il mercato del credito è stato un po’ “drogato” negli ultimi due anni: potrà continuare così o le banche centrali cambieranno direzione? Come si muoverà il settore bancario? Questi sono fattori che possono direttamente impattare la finanza d’impresa e la programmazione degli investimenti e sui quali è necessario cercare informazioni di prospettiva”.

Negli ultimi anni, ha detto Bragagnolo, le aziende hanno toccato con mano gli effetti delle turbolenze e delle crisi dei mercati finanziari.
La finanza può essere allo stesso tempo fattore di sviluppo ma anche elemento di crisi. Dobbiamo avere maggiore consapevolezza del contesto in cui le nostre imprese e le banche si troveranno ad agire nei prossimi mesi, per non arrivare sorpresi o impreparati in momenti che potrebbero essere non semplici”.

Ecco, se c’è una cosa facile da prevedere senza avere sfere di cristallo, è che i momenti non semplici arriveranno fin troppo presto.

“In Italia, dopo il referendum, ci sono due elementi da guardare con attenzione – ha detto Matteo Ramenghi -. Il primo è che negli ultimi tempi abbiamo ‘messo su spread’ nei confronti della Spagna: sei mesi fa il nostro Btp rendeva mezzo punto meno di quello spagnolo, oggi rende mezzo punto in più. Il secondo elemento è il problema Montepaschi”.

Ma è a livello politico europeo che arrivano le incognite potenzialmente più cariche di conseguenze. Tutti, infatti, già guardano al calendario elettorale affollato e insidioso del 2017.

“In marzo ci sono le elezioni in Olanda e attenzione a non sottovalutarne la possibile portata, perché in questo momento i sondaggi danno in testa il partito che vuole portare i Paesi Bassi fuori dall’Europa. Poi ci sono le elezioni in Francia e Germania, e questi due momenti determineranno il futuro delle politiche economiche europee”.
Senza contare la possibilità che anche l’Italia vada al voto tra primavera ed estate, inserendo un quarto elemento di incertezza.

E dall’Europa non è ancora tutto. Che ne sarà, infatti, della Brexit? Siamo sicuri che il disimpegno britannico dalla UE sarà così scontato e soft come ci siamo abituati a credere?
“Non sono d’accordo con il fatto che non sia successo nessun disastro – ha detto Ramenghi -. È vero che la Borsa sale, ma la moneta si svaluta e l’inglese medio che vede il proprio potere d’acquisto ridursi in modo importante, il problema se lo pone. E poi la Brexit non è nemmeno ancora cominciata. Non è chiaro chi debba applicarla, c’è un’incertezza normativa ancora da definire: se si stabilirà che debba esserci un passaggio in Parlamento per ratificare il processo, potrebbe esserci una situazione caotica, perché in quella sede non c’è una maggioranza a favore della Brexit”.

In attesa che si schiariscano i cieli sopra l’Europa, meglio guardare oltre. Ai mercati emergenti, ad esempio. E qui UBS prevede futuro roseo in particolare per l’Asia, che vuol dire India e Cina, giganti tornati a crescere al ritmo del 6-7% grazie a una nuova fase di slancio dell’economia.

Nel 2017 affronteremo uno scenario complicatissimo – assicura Ramenghi -. Dal punto di vista degli investimenti è importante più che mai avere portafogli molto diversificati per area geografica e tipologia di investimento. Una quota del portafoglio dovrebbe essere legata a temi strutturali, a trend prevedibili e solidi”.

E come sarà il mercato del credito per le aziende?
“Bipolare, dove le aziende più capitalizzate troveranno credito a bassissimo costo. Dal punto di vista delle imprese, è il momento migliore per indebitarsi, condizioni come quelle che ci sono oggi non è detto che saranno ancora presenti tra un anno e mezzo”.