“La fotografia non restituisce un sito in immediato pericolo. Vicenza non è da black list. Tant’è che abbiamo suggerito una serie di mitigazioni che possono certamente preservarne il valore di rilevanza mondiale. Le amministrazioni sono abituate a lavorare limitandosi al rispetto delle norme, ma chi detiene un patrimonio dell’umanità deve acquisire una diversa e più ampia cultura nella progettazione e nella valutazione dei progetti”.Questa, in estrema sintesi, la posizione espressa dagli esperti Katri Lisitzin, Francesco Sbetti e Katia Basili, degli studi “K. Lisitzin” e “Sistema” che oggi hanno consegnato all’amministrazione comunale la Valutazione di impatto sul patrimonio (HIA) relativa al sito Unseco “La città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto”, commissionata dal Comune in seguito a una raccomandazione promossa da Icomos, il braccio operativo di Unesco.
Com’è noto, gli esperti, risultati vincitori di una gara pubblica, hanno analizzato l’impatto sul patrimonio Unesco di sei progetti elaborati e in parte già realizzati nel territorio comunale successivamente all’assegnazione del titolo che risale al 1994, poi esteso nel 1996.
Si tratta dell’insediamento militare Usa Del Din e del vicino Parco della Pace, del Piruea Cotorossi a Borgo Berga, della linea ferroviaria alta capacità alta velocità, della tangenziale di Vicenza, del progetto di riqualificazione dell’ex convento di San Biagio, e delle previsioni urbanistiche nell’area di Villa Trissino. Sui primi tre progetti Icomos stesso ha suggerito di realizzare tale analisi al Comune, che ha voluto estendere lo studio anche agli altri tre temi. Per ciascuna area gli esperti hanno definito criticità e possibili mitigazioni, precisando che con il documento consegnato oggi all’amministrazione inizia un processo che coinvolgerà tutti gli enti e le associazioni che fanno parte di questo sito seriale per la definizione non solo dei correttivi, ma anche di un nuovo pensiero indispensabile nella progettazione delle nuove opere. Solo al termine di questo percorso sarà redatta la valutazione definitiva che sarà inviata a Icomos.
“E’ positivo – è il commento del vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci – il fatto che venga esclusa l’idea che Vicenza si possa trovare in immediato pericolo, ovvero che il nostro sito possa essere inserito nella black list, ma nel contempo questo studio rappresenta una situazione che richiede dei correttivi. Dobbiamo impegnarci di più e con una consapevolezza nuova su alcuni temi che hanno riguardato amministrazioni di diverso colore politico . E’ necessario che sia la classe politica sia il territorio abbiano una maggiore capacità di coniugare sviluppo e crescita con la tutela e la conservazione del paesaggio”.
I consulenti, peraltro, hanno sottolineato in modo molto positivo la sollecitudine con la quale il Comune di Vicenza unico caso assieme a quello di Tivoli per Villa Adriana, si è immediatamente attivato per la realizzazione dello studio suggerito da Icomos ad almeno una decina di siti italiani e la fattiva collaborazione con la quale anche gli altri enti, le associazioni e tutti gli stakeholder coinvolti stanno assicurando il proprio contributo a questo processo particolarmente complesso.