Acquedotti, arriva la risposta di Bottacin a Bolis: “Procedura regolare”

Dopo l’esito della prima vertenza, instaurata dal Comune di Carmignano di Brenta, ne abbiamo parlato due giorni fa,  contro la Regione Veneto e Veneto Acque relativamente al contestato progetto di derivazione dalle falde del medio Brenta, arriva puntuale la risposta della Regione che, non solo, contesta l’esito ma, addirittura attacca il sindaco Bolis per voce dell’assessore Bottacin che non usa mezze misure, ma parole pesanti.

“Quanta confusione nelle parole del sindaco Bolis e del sen. De Poli! Innanzitutto si confonde una normale procedura, che prevede l’approvazione del progetto da parte dell’autorità competente, cioè la Regione,  con il parere finale dell’Autorità di bacino, che a rigore, peraltro, avrebbe potuto essere stato espresso nel merito già in commissione VIA, dove però l’Autorità di bacino non aveva ritenuto di dire nulla, pur essendo stata invitata ad esprimersi”. Così l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin replica alle accuse di erronea procedura nel decreto regionale per l’autorizzazione a Veneto Acque per la realizzazione degli interventi dal piano Mosav, avanzate dal sindaco di Carmignano di Brenta e dal suo predecessore negli anni Novanta, ora senatore della Repubblica.
“Se effettivamente ci fosse stata illegittimità – spiega l’assessore – la stessa Autorità di bacino, che più volte ha avuto in mano il progetto ed alla quale la Regione e Veneto Acque  hanno regolarmente fornito informazioni e relazioni sullo stato dei lavori dei pozzi, avrebbe dovuto attivarsi immediatamente. Invece non lo ha fatto, perché evidentemente non era necessario lo facesse”.

“Forse al sindaco non è  ancora bastata la figuraccia appena fatta di fronte al Tribunale Superiore delle Acque – polemizza l’assessore – che, a seguito del suo ricorso, ha archiviato il fascicolo poiché non esisteva luogo del contendere. Un ricorso tuttavia costato peraltro al Comune soldi pubblici spesi per nulla, con buona pace della Corte dei Conti“.

“Non vorrei – pone il dubbio Bottacin – che qualcuno abbia fretta di mettere in crisi l’acquedotto regionale proprio quando, grazie alla nostra azione, sono stati rimossi gli ostacoli per l’arrivo in Regione di 80 milioni di euro da investire in nuovi acquedotti per risolvere il problema della fornitura di acqua potabile che non abbia la necessità di essere filtrata nelle aree inquinate da Pfas. Da tempo infatti registriamo la continua opposizione di taluni all’acquedotto regionale, che fornirà acqua a tutti i territori che ne avranno bisogno a prezzo di costo, togliendo quindi a qualche privato la possibilità di giocare sui costi di approvvigionamento dell’acqua”.

“Ma tutto ciò non mi stupisce più di tanto – conclude Bottacin – visto che meno di un anno fa il PD ha fatto approvare in parlamento una norma che punta alla privatizzazione dell’acqua. E questo andando contro quanto avevano espresso gli italiani in occasione del referendum acqua bene comune”.

 

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