Nonostante i ripetuti incontri con la Regione, i 90 lavoratori dipendenti di Veneto Agricoltura (l’ente di diritto pubblico strumentale della Regione, da inizio anno diventata Agenzia Veneta per l’Innovazione del Settore Primario – AVISP) non hanno avuto garanzie sulle 138 giornate lavorative pagate con risorse regionali. Non solo, ma negli anni i lavoratori hanno subito il blocco degli aumenti contrattuali (ad oggi siamo a poco più di 1.000 euro mensili), il mancato riconoscimento delle professionalità e dei premi produttività e l’azzeramento di nuove assunzioni a fronte dei pensionamenti. «Negli incontri di questi mesi la Regione ha dichiarato che le risorse economiche e i progetti ci sono. Allora perché le assunzioni stagionali dei dipendenti a tempo determinato non vengono garantite?» si chiede Andrea Zanin della Fai Cisl. A fronte di tutto questo, e di una situazione precaria per i lavoratori dell’ex Veneto Agricoltura che si trascina da anni, Fai Cisl, Flai Cgil e UIla Uil del Veneto hanno proclamato lo stato di agitazione con presidio davanti a Palazzo Balbi il prossimo martedì 7 marzo alle ore 10. «Non crediamo che sia vero risparmio quello operato ai danni dei lavoratori meno pagati e più precari – affermano i sindacati dell’agroalimentare – chiediamo pertanto l’intervento dell’assessore competente quale segno concreto di una reale volontà di ripresa di un dialogo costruttivo e volto tanto alla salvaguardia dell’occupazione e delle tante professionalità, quanto a creare le condizioni per un reale e concreto sviluppo della nuova agenzia».