Pedemontana, la Regione ci mette 300 milioni. Pagheranno i veneti con addizionale Irpef regionale

La Regione vuole superare lo stallo sui cantieri della Pedemontana Veneta. Per farlo ha deciso uno stanziamento straordinario di 300 milioni di euro, cifra che sarà coperta grazie ad un’addizionale regionale Irpef che sarà reintrodotta dal 2018, su tutti i redditi superiori ai 25mila euro. L’annuncio l’ha dato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in consiglio regionale, oggi martedì 7 marzo 2017.

Per i redditi fra i 75mila e 150mila euro la Regione stima una tassa media di 110 euro mensili a contribuente.

In compenso i proventi dei pedaggi saranno introitati dalla Regione Veneto anziché dal concessionario Sis, come precedentemente pattuito.

La Regione parla comunque di risparmi per 9,5 miliardi di euro (7,6 miliardi di riequilibrio che la Regione del Veneto avrebbe sicuramente dovuto affrontare per effetto della differenza fra pedaggi contrattuali e pedaggi derivanti dalle nuove stime di traffico + 426 milioni di vecchio canone + 22% di Iva = 9,5 miliardi).

Dopo le dichiarazioni in Consiglio Regionale del presidente Luca Zaia, i rappresentanti dell’opposizione e della maggioranza hanno preso la parola per commentare. Stefano Fracasso (Pd) ha parlato della Pedemontana come di una “ferita aperta da sanare. Dal 2009 ad oggi sono state presentate in Consiglio ben 37 tra interrogazioni e mozioni che chiedevano trasparenza su questo project che era stato definito necessario per non mettere le mani nelle tasche dei Veneti. Oggi il presidente Zaia ci dice che dobbiamo applicare la leva fiscale per sanare una ferita aperta, ma tra le righe ammette che l’aumento dell’addizionale Irpef servirà anche per finanziare altre opere: in realtà qui stiamo per approvare un altro bilancio”.

Marino Zorzato (Area Popolare) ha manifestato tutta la sua “sorpresa nello scoprire che il project per la Pedemontana, contrariamente a quanto ci era stato detto da anni, avesse dei costi che facevano capo alla Regione. Detto questo – ha proseguito Zorzato – ho delle perplessità sulla possibilità di intervenire con soldi pubblici e modificare un contratto aggiudicato sulla base di precisi punti, impegni e dati. Infine, assistiamo ad un aumento dell’imposizione fiscale in un momento in cui il mondo attorno a noi parla di ridurre la pressione fiscale ormai insostenibile: siamo davanti ad una manovra fiscale, che appesantisce il carico impositivo”.

Piero Ruzzante (Gruppo Misto): “Siamo davanti ad un aumento delle imposte, un aumento che non va di certo a favore dei cittadini deboli, ai quali in questi anni sono stati diminuiti servizi che potevano essere garantiti appunto con l’aumento dell’addizionale che non si è mai voluto applicare e che oggi viene rispolverata, ma a vantaggio appunto non dei più deboli ma di un’opera. Nelle sedi opportune mi riservo di approfondire ogni aspetto di questa proposta ma non mi si venga a dire che il ricorso all’addizionale Irpef deriva dai tagli fatti nei trasferimenti alle Regioni: ogniqualvolta sento questa storia, mi viene in mente che il taglio più cospicuo, oltre 300 milioni di € per il Veneto, fu disposto dall’ultimo governo Berlusconi ministro del Bilancio Tremonti”.

Manuel Brusco (M5S) ha sollevato il caso “degli espropri non ancora pagati. Il presidente Zaia ha dipinto uno scenario fin troppo positivo e non ha voluto tenere conto della negatività di quest’opera e mi chiedo perché proprio oggi viene portata avanti questa nuova proposta che muta i rapporti con la concessionaria, mettendo le mani nelle tasche dei cittadini veneti aumentando le tasse con la contraddizione di chi sbandiera la richiesta di autonomia ma poi va a Roma a chiedere aiuto al governo”.

Silvia Rizzotto (Gruppo Zaia Presidente): “Due sono gli obiettivi che abbiamo davanti e che ci vengono posti dal territorio: pagare gli espropri, finire quest’opera. E per quanto riguarda le critiche relativamente al mettere le mani nel portafoglio dei cittadini – ha detto la Rizzotto – non dimentichiamoci che l’operazione è stata resa necessaria a causa del Fiscal Compact: è stata una scelta forzata determinata dal taglio di oltre 1.062 milioni di € che sono venuti meno nei conti regionali perché tagliati dallo Stato. La proposta avanzata dal presidente Zaia è una soluzione concreta che dà risposta alle due domande che, come dicevo, giungono dai cittadini: paghiamo gli espropri e finiamo l’opera”. Maurizio Conte (Lista Tosi) ha dichiarato che “bisogna vedere e analizzare i documenti con molta attenzione perché non possono essere modificati i termini di una gara già aggiudicata. Poi, vogliamo vedere quale fine faranno le opere complementari già concordate e infine occorre riflettere attentamente sulla copertura finanziaria che nasce dall’aumento dell’addizionale Irpef”.

Critica Cristina Guarda (AMP): “Ci felicitiamo per la presa di posizione che dovrebbe portare alla realizzazione e completamento dell’opera. Purtroppo ora abbiamo davanti a noi un territorio sventrato che necessita di maggiore tutela. Ci troviamo davanti a un project in cui il vulnus sta nella responsabilità dell’azienda che se l’era aggiudicato e che ci ha lasciato ‘in braghe di tela’. Abbiamo davanti a noi ben 720 ettari in meno di territorio sottratto all’agricoltura, anche in zone di pregio. Abbiamo davanti a noi espropri non ancora pagati e promesse non mantenute”.

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