Dopo tre anni di stop torna il Presepio vivente di Villaga, attese migliaia di visitatori

L’imponente macchina organizzativa che mobilita tutto il borgo di Villaga per la settima edizione del “Presepio Vivente in grotta” è già avviata da mesi, ed ora è tutto pronto. Una delle più originali sacre rappresentazioni del Veneto, per la sua ambientazione ha assunto un prestigio nazionale, tanto che il Presepio dei Berici viene accostato a quello che si svolge nelle grotte di Matera in Basilicata.

La rappresentazione – che mancava da 3 anni per problemi economici – si avvale della regia di Antonio Gregolin. Il presepe sarà aperto al pubblico venerdì 29 e sabato 30 dicembre, dalle 14 alle 20. E’ ospitato all’interno di una scenografia naturale mozzafiato, definita anche “la Matera dei Berici”, per la somiglianza con i celebri “Sassi”. Ad animare la Natività saranno 250 figuranti in costume; è atteso l’arrivo di migliaia di visitatori.

“Ormai –spiega il regista – i presepi sono diventati mere opere d’arte che puntano a stupire il pubblico con effetti scenici che poco hanno a che vedere con la storia. Questo finisce col non rende onore al motivo vero per cui venne istituito il presepio otto secoli fa”.

Tra le novità di quest’anno, la ricostruzione in 2D di tre celebri quadri della Natività: l’affresco di Giotto nella Basilica Inferiore di Assisi, quella dipinta da Caravaggio nel ‘600 a Messina, e ‘Le due madri’ di Segantini, dipinto sul dell’800. “Tre storici quadri ricreati alla perfezione – spiega Gregolin – con personaggi in carne e ossa”.

“Quella che si prospetta per tema –sottolinea il primo cittadino di Villaga , Eugenio Gonzato-, è una edizione 2017 che certamente si farà ricordare più di tutte altre, e nonostante i tre anni di fermo l’organizzazione è ripartita con vigore e volontà”. Tra le novità di quest’anno l’inserimento di un biglietto a pagamento (5 euro), motivato così dal coordinatore Gotter: “Il presepio è una imponente macchina organizzativa, che si avvale di servizi e competenze, spesso professionali, che vanno retribuite. Ciò che vedono i migliaia di visitatori alle grotte, è solo una minima parte di quel lavoro di squadra dietro le quinte, costituito prevalentemente dal volontariato”.