Il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato oggi la discussione in ordine alla nuova Legge Quadro per il contenimento del consumo di suolo.
Una normativa che vuoleintraprendere un percorso virtuoso verso il contenimento del consumo del suolo, graduale e responsabile, che prevede quali obiettivi prioritari la riqualificazione urbana ed architettonica, l’efficentamento energetico, coniugando assieme sostenibilità, tutela dell’ecosistema e sviluppo, e riportando al centro il settore agricolo, in vista dell’obiettivo ‘consumo zero’ del 2050.
Da un’indagine condotta dall’Unione Europea in materia è risultato come le zone del vecchio continente che hanno consumato più suolo sono Olanda, Belgio, Lombardia e Veneto; dati che dimostrano come questa nuova normativa sul contenimento del consumo del suolo rappresenti una priorità assoluta per il territorio.
Sul tema è intervenuta la Cgil del Veneto, secondo la quale la nuova legge in discussione ha troppe zone d’ombra che rischiano di stravolgere gli obiettivi dichiarati in premessa e riconsegnare la regione ad una giungla di deroghe e scappatoie che ne mettono a repentaglio l’efficacia.
In particolare la Cgil sottolinea tre questioni: il rinvio della definizione della quantità massima di consumo di suolo ammesso ad una successiva delibera della Giunta; l’esclusione dai limiti di legge delle “aree di urbanizzazione consolidata” e la previsione di deroghe per non meglio precisati motivi di interesse pubblico o per nuove attività; la contemplazione di “premialità” che consentono maggiori volumi di edificazione.
Il sindacato chiede “una riformulazione del testo” che superi queste ambiguità e scongiuri il pericolo di produrre un ulteriore incremento dei volumi edificabili anziché riqualificare e riutilizzare.
Le uniche deroghe possibili, aggiunge la Cgil, devono essere pochissime e limitate a situazioni di particolare gravità ed emergenza.
In particolare la Cgil sottolinea tre questioni: il rinvio della definizione della quantità massima di consumo di suolo ammesso ad una successiva delibera della Giunta; l’esclusione dai limiti di legge delle “aree di urbanizzazione consolidata” e la previsione di deroghe per non meglio precisati motivi di interesse pubblico o per nuove attività; la contemplazione di “premialità” che consentono maggiori volumi di edificazione.
Il sindacato chiede “una riformulazione del testo” che superi queste ambiguità e scongiuri il pericolo di produrre un ulteriore incremento dei volumi edificabili anziché riqualificare e riutilizzare.
Le uniche deroghe possibili, aggiunge la Cgil, devono essere pochissime e limitate a situazioni di particolare gravità ed emergenza.